religione

Papa Francesco cita Don Camillo: Esempio di preghiera e vicinanza con la gente

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La storia di Don Camillo e Peppone, la fortunata saga di racconti di Giovannino Guareschi divenuta una serie di film indimenticabili, entra nel magistero. Nel suo discorso agli «stati generali» della Chiesa italiana a Firenze, Francesco ha citato proprio la figura del parroco di Brescello, impersonato dall'attore francese Fernandel.

«La Chiesa italiana - ha detto Papa Bergoglio - ha grandi santi il cui esempio possono aiutarla a vivere la fede con umiltà, disinteresse e letizia, da Francesco d'Assisi a Fillipo Neri. Ma pensiamo anche - ha aggiunto - alla semplicità di personaggi inventati come don Camillo che fa coppia con Peppone. Mi colpisce come nelle storie di Guareschi la preghiera di un buon parroco si unisca alla evidente vicinanza con la gente. Di sé don Camillo diceva: "Sono un povero prete di campagna che conosce i suoi parrocchiani uno per uno, li ama, che ne sa i dolori e le gioie, che soffre e sa ridere con loro". Vicinanza alla gente e preghiera sono la chiave per vivere un umanesimo cristiano popolare, umile, generoso, lieto».

La valorizzazione di Don Camillo non è un inedito per i Papi. Benedetto XVI nel 2010 aveva infatti rivelato di amare molto i film tratti dai racconti di Guareschi. Nel libro intervista «Luce del mondo», Papa Ratzinger, rispondendo alla domanda su quali siano i suoi film preferiti, aveva detto: «Mi piacciono don Camillo e Peppone». L’intervistatore, il giornalista Peter Seewald, lo aveva incalzato: «Santità, immagino conosca a memoria ogni episodio...». E il Papa, sorridendo aveva risposto: «Non tutti...». Si è saputo che quando la Tv rimandava in onda questi vecchi film, Papa Benedetto li guardava, insieme alla sua «famiglia pontificia».

Dopo quella piccola rivelazione, nel gennaio 2011, l'allora parroco di Santa Maria Nascente don Giovanni Davoli e il sindaco di Brescello Giuseppe Vezzani, i due «successori» di Don Camillo e Peppone, erano venuti in udienza dal Pontefice con una delegazione del paesello della Bassa per donare a Ratzinger un cofanetto con i Dvd, in italiano e in tedesco, dei 5 film di Peppone e don Camillo e un poster tratto da una scena del film dove i due protagonisti dipingono insieme le statuine del presepe.

Un altro episodio curioso riguarda un futuro Papa, Giovanni XXIII. Risale al 1952, quando Angelo Roncalli era nunzio apostolico a Parigi. Racconta monsignor Pirro Scavizzi, suo confessore, che un giorno lo era andato a trovare in nunziatura a Parigi e lo aveva trovato sullo scalone del palazzo dove lo aspettava e rideva, rideva... «Stava leggendo Don Camillo!».

Ma i retroscena di un'udienza specialissima che vede protagonista Pio XII sono descritti in un libro appena uscito, «Il vero volto di Don Camillo. Vita & storia di Fernandel», (edizioni Ares, pp. 192, euro 15), scritto dal giornalista Fulvio Fulvi, che racconta la vita di Fernandel. E spiega ciò che avvenne domenica 18 gennaio 1953, alle 10.30, in Vaticano. Papa Pacelli, che aveva da pochi giorni visto il film di don Camillo e Peppone, aveva voluto incontrare l'attore francese. Quando Fernandel venne raggiunto in albergo a Roma dai messi pontifici, dapprima credette a uno scherzo. Si recò all'udienza con la figlia Janine. Durante il colloquio Pio XII non fece mai riferimenti al film, ma parlò del suo amore per la Francia e chiese notizie sulla famiglia dell'attore. Fernandel racconterà di come venne accolto da tutti Oltretevere: «Le loro attenzioni per me erano davvero speciali, non quelle solite riservate agli estranei... mi trattavano come se fossi uno di casa... mi dicevano “Buongiorno” come lo si dice a un collega... seppure in borghese, senza abito talare».  Si racconta che Papa Pacelli, dopo aver visto il film, abbia detto: «Voglio conoscere il prete più celebre al mondo dopo di me...». (Vatican Insider)

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