religione

Papa Francesco a Comunità don Benzi: fede sposta montagne dell'indifferenza

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Contro la schiavitù del male, che sfrutta il prossimo, continuate sempre come il vostro fondatore, don Oreste Benzi, a servire gli ultimi. È l’invito di Papa Francesco alle migliaia di appartenenti all’Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, ricevuti in udienza in Aula Paolo VI.

 

Un aiuto disinteressato che permette di scappare dal marciapiede con una bimbetta in braccio e ridiventare donna dopo essere stata una schiava brutalizzata. O una vita da cocainomane che fa terra bruciata attorno a sé per anni, finché la scelta di farsi aiutare ne fa ritrovare il senso nell’amore verso una figlia e nell’abbraccio a un padre e una madre frettolosamente abbandonati.



Storie di ordinaria redenzione nelle case-famiglia della Comunità Papa Giovanni XXIII, fiorite grazie a quella che Francesco chiama “la libertà del bene”, un valore sposato senza riserve dai figli di don Oreste Benzi per donare una nuova possibilità a chi si è perso fra i mille vicoli del male.



Una miseria cieca

Il Papa si lascia avvolgere dall’affetto delle migliaia di persone che lo accolgono in Aula Paolo VI e più ancora dall’intensità dei loro racconti che ascolta prima di prendere la parola e affrontare il tema della lotta contro ogni forma di schiavitù:

 

"Sono esperienze che mettono in luce le tante forme di povertà da cui purtroppo è ferito il nostro mondo; e rivelano la miseria più pericolosa, causa di tutte le altre: la lontananza da Dio, la presunzione di poter fare a meno di Lui. Questa è la miseria cieca di considerare scopo della propria esistenza la ricchezza materiale, la ricerca del potere e del piacere e di asservire la vita del prossimo al conseguimento di questi obiettivi".

 


La fede sposta le montagne

“È la presenza del Signore che segna – afferma Papa Francesco – la differenza tra la libertà del bene e la schiavitù del male, che può metterci in grado di compiere opere buone e di trarne una gioia intima, capace di irradiarsi anche su quelli che ci stanno vicino”:

 

“La presenza del Signore allarga gli orizzonti, risana i pensieri e le emozioni, ci dà la forza necessaria per superare difficoltà e prove. Là dove c’è il Signore Gesù, c’è risurrezione, c’è vita, perché Lui è la risurrezione e la vita. La fede sposta davvero le montagne dell’indifferenza e dell’apatia, del disinteresse e dello sterile ripiegamento su sé stessi”.

 


Don Oreste, uomo degli esclusi

Sulle parole di Papa Francesco, e sul suo cuore in costante sintonia con i poveri, aleggia il sorriso bonario e la tonaca consunta di don Oreste Benzi, fondatore dell’Associazione:

 

“Il suo amore per i piccoli e i poveri, per gli esclusi e gli abbandonati, era radicato nell’amore a Gesù crocifisso, che si è fatto povero e ultimo per noi. La sua coraggiosa determinazione nel dare vita a tante iniziative di condivisione in diversi Paesi sgorgava dal fiducioso abbandono alla Provvidenza di Dio; scaturiva dalla fede in Cristo risorto, vivo e operante, capace di moltiplicare le poche forze e le risorse disponibili, come un tempo moltiplicò i pani e i pesci per sfamare le folle”.

 


E ricordatevi sempre, conclude Francesco, quello che don Oreste vi ha insegnato: “Per stare in piedi, bisogna stare in ginocchio”.

 

(Alessandro De Carolis  Radio Vaticana)

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