religione

Padre Fortunato, Papa ad Assisi per essere strumenti di perdono

Enzo Fortunato
Pubblicato il 30-11--0001

La visita di Papa Francesco del prossimo 4 agosto riempie il cuore di gioia dell'intera famiglia francescana e degli uomini di buona volontà. E' un'ulteriore sottolineatura della presenza di un Giubileo Francescano nel Giubileo della Chiesa. In fondo papa Francesco e San Francesco camminano all'unisono rendendo la società più fraterna e misericordiosa.


Vogliamo ritornare con il Santo Padre in quella notte del 1216 quando Gesù e Maria in un momento orante apparvero a san Francesco ponendogli la domanda chiave: "cosa desideri per la salvezza delle anime". La risposta del Santo fu immediata: “Ti prego che tutti coloro che, pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, ottengano ampio e generoso perdono, con una completa remissione di tutte le colpe”.


Francesco si recò subito dal pontefice Onorio III che lo ascolta con attenzione e dà la sua approvazione. Alla domanda: “Francesco, per quanti anni vuoi questa indulgenza?”, il Santo risponde: “Padre Santo, non domando anni, ma anime”.  E felice, il 2 agosto 1216, insieme ai Vescovi dell’Umbria, annuncia al popolo convenuto alla Porziuncola: “Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!”.


Eccoci allora oggi a percorrere la sfida più difficile in tempi di guerre, di odio e di sangue che scorre nei solchi della terra; in nome di Dio oggi si uccide e sembra di assistere a nuove crociate di uomini accecati dall'odio e dalla violenza.

Francesco e Francesco desiderano, invece che il nostro occhio sia accecato dall'amore per l'altro e che i nostri gesti siano animati dalla carità. E' questa la nuova sfida che tutti insieme vogliamo e dobbiamo intraprendere.

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