religione

Papa a Sarajevo, Mai più guerra

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

"Mai più la guerra!". E' questo il grido di Papa Francesco durante la  messa allo stadio Kosevo di Sarajevo, in Bosnia. "Sono venuto come pellegrino di pace e di dialogo" ha detto al sua arrivo a Sarajevo, città di cui ricorda i conflitti in un momento che la vede tornata ad essere luogo di convivenza. Una 'Gerusalemme d' Europa', crocevia di culture e religioni, spiega, che chiede di costruire nuovi ponti e restaurare quelli esistenti, per unire guardando alle differenze come possibilità di crescita nel rispetto di tutti. Opporsi dunque alla barbarie, è il messaggio di Francesco, di chi vorrebbe fare della differenza religiosa occasione e pretesto di nuove violenze. 


"La guerra - ha proseguito - significa bambini, donne e anziani nei campi profughi; significa dislocamenti forzati; significa case, strade, fabbriche distrutte; significa soprattutto tante vite spezzate". "Voi lo sapete bene, per averlo sperimentato proprio qui - ha aggiunto -: quanta sofferenza, quanta distruzione, quanto dolore!".

I PASSI SALIENTI DELL'OMELIA - "Oggi, cari fratelli e sorelle, si leva ancora una volta da questa città il grido del popolo di Dio e di tutti gli uomini e le donne di buona volontà: mai più la guerra!. La pace è opera della giustizia. Fare la pace è un lavoro da portare avanti tutti i giorni, passo dopo passo, senza mai stancarsi. All'interno di questo clima di guerra - ha detto il Pontefice -, come un raggio di sole che attraversa le nubi, risuona la parola di Gesù nel Vangelo: 'Beati gli operatori di pace'". "E' un appello sempre attuale, che vale per ogni generazione - ha proseguito -. Non dice 'Beati i predicatori di pace': tutti sono capaci di proclamarla, anche in maniera ipocrita o addirittura menzognera. No. Dice: 'Beati gli operatori di pace', cioè coloro che la fanno".

Parlando di "clima di guerra", il Papa ha detto che oggi "c'è chi vuole crearlo e fomentarlo deliberatamente, in particolare coloro che cercano lo scontro tra diverse culture e civiltà, e anche coloro che speculano sulle guerre per vendere armi".  "Non una giustizia declamata, teorizzata, pianificata - ha aggiunto - ma la giustizia praticata, vissuta".


ALLA MESSA OLTRE 65MILA PERSONE-
 Nel catino dello stadio Kosevo, a Sarajevo, dove papa Francesco celebra la messa, gli spalti sono gremiti e migliaia di fedeli sono stipati sul terreno di gioco, davanti all'altare, per una presenza di oltre 65 mila persone. Un settore è stato riservato per accogliere mutilati e feriti della guerra degli anni Novanta. Anche Giovanni Paolo II celebrò in questo luogo la messa durante il suo viaggio apostolico del 1997. (Ansa)

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