religione

LE TRE SUGGESTIONI DI UNA VISITA STORICA

Enzo Fortunato Andrea Cova
Pubblicato il 30-11--0001

viaggio del Santo Padre si è caratterizzato per lo stile francescano


Il viaggio del Santo Padre si è caratterizzato per lo stile francescano. E da dimensione privata, ci ha detto la corrispondente del principale quotidiano tedesco, tutto quello che fa il Papa anche se strettamente privato, come era di fatto la visita, diventa pubblico. Il suo sorriso, il suo sguardo e le sue parole hanno riempito il cuore e la mente di pellegrini e gente comune, credenti e non presenti a Santa Maria degli Angeli.  Diversi i momenti significativi: la lunga preghiera in Porziuncola, la confessione a 19 persone, il dono di uno dei mattoni delle 4 porte Sante ai custodi padre Mauro Gambetti e padre Rosario Gugliotta e la consegna al Papa del numero speciale della rivista san Francesco dedicata al Perdono di Assisi. 


Il numero monograficodel mensile francescano con 64 pagine è uscito anche in allegato con Avvenire e Il Corriere dell'Umbria. 


La redazione della rivistaha curato i rapporti con i giornalisti e il media center al quale si erano accreditati più di 200 giornalisti. Una giornata la cui macchina organizzativa è iniziata sin dal mattino: a partire dagli accrediti per la stampa presente ed è proseguita con la gestione delle due sale dedicate alla comunicazione con la successiva dislocazione dei giornalisti all'interno e all'esterno della Basilica, circa un'ora prima dell'arrivo del Santo Padre.


La giornata è stata trasmessa in diretta su Rai Uno (oltre che su CTV e TV2000) con il nostro commento che ha trasmesso il messaggio francescano e l'importanza di questo Giubileo all'interno del Giubileo della Chiesa.  Importante il lavoro "social" tramite Facebook e Twitter.
   
   

L'inedito della visita è stato quello di confessare per un'ora intera spiazzando le dirette televisive. Una decisione presa all'ultimo momento, confessando di fatto 19 persone, tra cui ragazzi e disabili. Una scelta in pieno stile Bergogliano, viene definito infatti il "Papa dei gesti". 


Un lavoro comunque ricco e avvincente, fino a tarda sera con giornalisti che chiedevano i dettagli "non ufficiali" come quello dell'incontro con l'ottantunenne francescano cappellano della Polizia argentina a Buenos Aires, amico fraterno del papa, incontrato nell'infermeria dei frati minori.


 Tre suggestioni possiamo trarre per noi: il silenzio e il raccoglimento nella cella di Auschwitz che ha mostrato al mondo la brutalità dell'uomo senza Dio che uccide il proprio fratello e il silenzio e raccoglimento vissuto nella Porziuncola che ha mostrato la bellezza dell'uomo con Dio che lo riabilita e lo vuole in vita.  


La seconda suggestione che il Papa ci ha fatto comprendere è che vivere il perdono significa prendersi cura dell'altro, infatti subito dopo le confessioni si è portato nell'infermeria per stare accanto a chi ha bisogno della nostra cura e attenzione chiunque esso sia, malato o sano, povero o potente. Si è soffermato con loro, con gli uomini della sicurezza e con le istituzioni presenti. 


Infine dalle crociate di ieri al terrorismodi oggi. Questa visita si colloca in un contesto non dissimile da quello vissuto da san Francesco: nel momento in cui si impugnavano spade a forma di croce e si uccideva in nome della fede, oggi i solchi della nostra umanità sono insanguinati da un terrorismo che uccide in nome di Dio. Allora come oggi per tutti la pagina del Perdono. E.F.

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