religione

Inchini e silenzi. Papa Francesco conquista i cuori di Istanbul

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La seconda giornata di Francesco in Turchia è raccontata da due immagini simboliche. La prima: il Papa dentro la Moschea Blu di Istanbul sta in silenzio, senza scarpe, con il capo chino e le mani giunte, accanto al Gran Muftì Rahmi Yaran che prega recitando parole in lingua araba, con le palme delle mani rivolte verso il cielo. Se due giorni fa Bergoglio aveva invitato i credenti a essere solidali contro il fondamentalismo e il terrorismo, ieri quel momento di «silenziosa adorazione», come l’ha definita il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, ha offerto un esempio fortemente evocativo di questa amicizia.



La seconda: il Papa che fa un profondo inchino davanti al Patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo, e chiede la sua benedizione. Il Patriarca, a sua volta, gli bacia il capo. Due immagini, due gesti di fraternità.



La mattina, quando il Muftì e Bergoglio sono arrivati davanti al «mirhab», la scalinata con la nicchia che indica la direzione della Mecca, il dignitario islamico prima ha spiegato il significato del luogo, quindi ha invitato il Pontefice a un momento di raccoglimento. E sotto le volte della moschea Sultan Ahmet, chiamata Moschea Blu per le piastrelle di ceramica turchese che rivestono le pareti della cupola, Francesco ha detto: «Non solo dobbiamo glorificare e lodare Dio, ma dobbiamo anche adorarlo. Ecco la prima cosa».



Il gesto del Papa argentino non è inedito. Era accaduta la stessa cosa il 30 novembre 2006, con Benedetto XVI. Allora furono due minuti destinati a chiudere definitivamente polemiche e strumentalizzazioni seguite al discorso di Ratisbona. Papa Ratzinger aveva gli occhi socchiusi e pregava in silenzio, con il volto disteso, muovendo di tanto in tanto, quasi impercettibilmente, le labbra. Il Muftì di allora aveva detto al Papa: «Qui ci si ferma a pregare per prendere serenità». Poi aveva cominciato un’orazione a voce alta, in arabo. Benedetto allora, aveva socchiuso gli occhi, e unendo le braccia si era raccolto in preghiera. Infine, in segno di rispetto, aveva chinato leggermente il capo in direzione della nicchia, e aveva detto al Muftì: «Grazie per questo momento di preghiera». «Il Papa ha sostato in meditazione e certamente ha rivolto a Dio il suo pensiero», aveva confermato allora padre Lombardi. Il quotidiano «Milliyet», uno dei più diffusi della Turchia aveva titolato l’edizione on line di quella sera: «Come un musulmano».



La stessa immagine, otto anni dopo, rilancia anche visivamente quel rispetto reciproco e quell’amicizia tra credenti di fedi diverse, lontano anni luce dalle guerre di religione e dai conflitti di civiltà. Dopo la visita alla Moschea Blu, Papa Bergoglio si è spostato in auto nel vicino museo di Santa Sofia. La grande basilica bizantina, trasformata in moschea da Maometto II, dal 1935 per volere del fondatore della Repubblica Atatürk è diventata un museo.



In serata, vigilia della festa di sant’Andrea, il Papa ha varcato la soglia del Fanar, la sede del patriarcato ecumenico. Bartolomeo l’ha accolto con amicizia e nel suo saluto ha chiesto «l’intercessione dei Padri della Chiesa» perché si possa ritrovare l’unità come nel primo millennio». Francesco ha parlato della gioia di ritrovarsi insieme confessando la fede in Cristo. E prima di uscire dalla chiesa si è piegato in religioso silenzio davanti al Patriarca per essere benedetto.


C’è attesa per quanto diranno Francesco e Bartolomeo. Il Patriarca ieri ha fatto cenno all’unità vissuta fino allo scisma d’Oriente, nel 1054. Anni fa, l’allora cardinale Ratzinger aveva detto in proposito che nel fare l’unità, alla Chiesa ortodossa i cattolici non avrebbero dovuto chiedere niente di più rispetto a quanto era stato formulato e vissuto insieme nel primo millennio. (Vatican Insider)

Messa e incontro con il Gran Rabbino di Turchia
La terza ed ultima giornata del Papa in Turchia si è aperta questa mattina con la celebrazione della Messa in privato, nella Rappresentanza pontificia a Istanbul. Dopo la Messa, l'incontro con il Gran Rabbino di Turchia Isak Haleva, a capo dei 25mila ebrei presenti nel Paese islamico soprattutto a Istanbul e Izmir. Il Rabbino Haleva aveva incontrato Benedetto XVI sempre a Istanbul, nel corso del suo viaggio in Turchia il 30 novembre del 2006.
Dopo questo incontro Papa Francesco si recherà nella Chiesa di San Giorgio del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli dove sarà accolto dal Patriarca Ecumenico Bartolomeo I che lo accompagnerà all'interno del tempio per la Divina liturgia nella Festa di Sant'Andrea apostolo.
Al termine, il Papa e il Patriarca raggiungeranno il secondo piano del palazzo patriarcale per la Benedizione ecumenica a cui seguirà, nella Sala del trono, la lettura e la firma della "Dichiarazione Congiunta". Quindi il pranzo nel patriarcato. Nel primo pomeriggio, prima di lasciare Istanbul, il Papa incontrerà nel giardino della Residenza pontificia, gli alunni dell'Oratorio salesiano. La partenza è prevista alle 17.00. L'arrivo a Roma all'aeroporto di Ciampino, alle 18.40. (Radio Vaticana)

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