religione

Il Papa ai ragazzi di Azione cattolica: parlate con i nonni

Redazione online ANSA
Pubblicato il 30-11--0001

Parlare con i nonni, ascoltare i nonni. E’ il «compito a casa» affidato dal Papa ai giovani dell’Azione cattolica italiana (Acr) ricevuti in Vaticano per gli auguri natalizi. Francesco ha ricordato, a conclusione dell’udienza, monsignor Mansueto Bianchi, l’assistente generale dell’Azione cattolica scomparso lo scorso tre agosto.

«Annunciando a tutti l’amore e la tenerezza di Gesù, diventate apostoli della gioia del Vangelo. E la gioia è contagiosa», ha detto il Papa. «Vorrei darvi un compito. Questa gioia contagiosa va condivisa con tutti, ma in modo speciale – e questo è il compito – con i nonni. Parlate spesso con i vostri nonni; anche loro hanno questa gioia contagiosa. Domandate a loro tante cose, ascoltateli, loro hanno la memoria della storia, l’esperienza della vita, e per voi questo sarà un grande dono che vi aiuterà nel vostro cammino. Anche loro hanno bisogno di ascoltarvi, anche i nonni hanno bisogno di voi, di capire le vostre aspirazioni, le vostre speranze. Ecco il compito: parlare con i nonni, ascoltare i nonni. Gli anziani hanno la sapienza della vita. Per non dimenticare, ripetiamo insieme», ha proseguito il Papa esortando i ragazzi a ripetere con lui «parlare con i nonni, ascoltare i nonni». Ma di fronte alla risposta un po’ flebile, Francesco ha commentato: «Che deboli che siete...». I ragazzi hanno allora ripetuto le due frasi a voce alta. «L’anno prossimo vi domanderò su questo, cosa avete fatto!», ha concluso il Papa.

Contagioso, ha proseguito Francesco, «è anche il vostro impegno per la pace. Anche quest’anno avete voluto legare la parola “pace” alla parola “solidarietà”, con un’iniziativa in favore dei vostri coetanei di un quartiere disagiato di Napoli. E’ un buon gesto, che indica lo stile con cui voi volete annunciare il volto di Dio che è amore. Il Signore benedica questo vostro progetto di bene!».

I giovani dell’Azione cattolica sono impegnati nel progetto Costruiamo la Pace, come ha spiegato un ragazzo introducendo l’udienza, che nasce da una collaborazione con la Cooperativa Sociale Il Tappeto di Iqbal, una realtà di “circo sociale” che da oltre dieci anni opera in strada nel quartiere Barra di Napoli per ricostruirne la bellezza e contrastarne le ferite.

«Voi ragazzi dell’Azione Cattolica siete aiutati dal vostro cammino formativo, che quest’anno ha come slogan “CIRCOndati di GIOIA”», ha sottolineato il Papa. «E’ suggestiva questa metafora del circo, che è un’esperienza di fraternità, di gioia e di vita “nomade”. L’immagine del circo può aiutarvi a sentire la comunità cristiana e il gruppo nel quale siete inseriti come delle realtà missionarie, che si muovono di paese in paese, di strada in strada “CIRCOndando” di gioia quanti incontrate ogni giorno».

A Natale, ha detto ancora il Papa, «risuonerà l’annuncio dell’angelo ai pastori: “Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”. La nascita di Gesù è annunciata come una “grande gioia”, originata dalla scoperta che Dio ci ama e, attraverso la nascita di Gesù, si è fatto vicino a noi per salvarci. Siamo amati da Dio. Che cosa meravigliosa! Quando siamo un po’ tristi, quando sembra che tutto vada storto, quando un amico o un’amica ci delude – o piuttosto noi deludiamo noi stessi! – pensiamo: “Dio mi ama”; “Dio non mi abbandona”. Sì, ragazzi, il nostro Padre ci è sempre fedele e non smette un istante di volerci bene, di seguire i nostri passi e anche di rincorrerci quando ci allontaniamo un po’. Per questo nel cuore del cristiano c’è sempre la gioia. E questa gioia si moltiplica condividendola. La gioia accolta come un dono chiede di essere testimoniata in tutte le nostre relazioni: in famiglia, a scuola, in parrocchia, dappertutto». 

Il Papa ha concluso l’udienza ricordando il compito a casa («Parlare con i nonni, ascoltare i nonni») e facendo memoria di «un nonno, che se n’è andato, che il Signore ha chiamato a sé: don Mansueto al quale io volevo tanto bene, che lui dal cielo. Ci insegni a parlare con i nonni e ascoltare i nonni, aveva un nome bello, era un uomo buono». Monsignor Mansueto Bianchi, assistente generale dell’Azione cattolica dall’aprile del 2014, è morto per un male incurabile lo scorso tre agosto. (Vatican Insider – Andrea Tornielli)

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