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GALLETTI: I TEMPI CHE VIVIAMO HANNO BISOGNO DI TANTO SAN FRANCESCO

Redazione online Andrea Cova
Pubblicato il 30-11--0001

IL SALUTO DEL MINISTRO GALLETTI ALLA NAZIONE DA ASSISI IN OCCASIONE DELLA FESTA DI SAN FRANCESCO

  Vivo come un grande onore e con una intensa emozione il privilegio di essere qui oggi a portare il messaggio del Governo alla Nazione in occasione della giornata di San Francesco, patrono di Italia. Il nostro paese, più che in passato, sente forte, attuale e incisiva la lezione e l’esempio di Francesco. I tempi che viviamo sono complessi, impongono sfide, scelte, assunzioni di responsabilità. Dai genitori ai figli, dagli amministratori dei comuni a chi governa il Paese. I tempi che viviamo sono segnati da tensioni sociali, migrazioni, guerre, barbarie terroristiche, profonde modificazioni dell’ambiente e del clima. I tempi che viviamo richiedono a ciascuno di noi tolleranza, amore per il prossimo, rispetto per il creato. Ogni giorno però superiamo qualche barriera. I tempi che viviamo hanno bisogno di tanto San Francesco. Di rispetto per il Creato. Nel maggio dello scorso anno, il primo pontefice ad assumere il nome del Santo di Assisi ci ha consegnato un documento storico, l’enciclica “Laudato Sì”, che rappresenta, con rigore scientifico, passione umana e potente slancio morale, una formidabile attualizzazione della cultura francescana. E’ una cultura che ha la capacità di partire dal basso, dagli ultimi, dagli indifesi, dai più poveri, dalla natura e dagli animali, per costruire un sistema che deve fornire risposte integrali a risposte globali, come l’ecologia integrale invocata da Papa Bergoglio. Una cultura che ha dato risposte al piccolo mondo di 800 anni fa, ma che ne indica forse di più incisive per il grande pianeta attuale, abitato da 7 miliardi di persone, segnato da persistenti diseguaglianze e iniquità, ma portatore anche di straordinari esempi di generosità, solidarietà, impegno per il prossimo e per il bene comune. 


Generosità, solidarietà, impegno di cui l’Italia e gli Italiani hanno dimostrato d’essere grandi portatori e protagonisti al cospetto dell’Europa e del mondo intero. L’ultimo anno, trascorso da quando il collega Del Rio pronunziò qui il suo messaggio - mentre avevamo ancora negli occhi la foto del piccolo Aylan riverso senza vita sulla spiaggia di Bodrum in Turchia - ci ha recato nuove dolorose immagini difficili da dimenticare. Nel villaggio globale ciò che accade in tutto il mondo ci tocca come umani, ma anche come italiani. Negli ultimi 12 mesi siamo stati colpiti al Bataclan, dove la ferocia assassina ha cancellato il sorriso di Valeria Soresin. Colpiti a Dacca dove 9 vittime erano nostri connazionali. Colpiti a Nizza dove la folle corsa di quel tir ha falciato sei italiani. Questa basilica è da centinaia di anni un luogo riconosciuto di pace ed ha ospitato i quattro grandi incontri tra gli esponenti delle maggiori religioni del mondo promossi da Giovanni Paolo II, Bedenetto XVI e da Papa Francesco. Questa città è dal 1961 il luogo d’arrivo della marcia della pace.  Da questa sede, consacrata al Patrono d’Italia, l’Italia sente il dovere di ribadire con forza, con tenace determinazione la sua avversione alla guerra, a tutte le guerre, la sua condanna, che non può tollerare “se” o “ma”, ad ogni forma di terrorismo. L’ultimo anno è stato anche un anno di straordinaria umanità e per questo, a nome del Governo, sento il dovere di ringraziare le centinaia, migliaia di nostri connazionali che hanno operato e continuano ad operare per aiutare i migranti. Italiani che in tante occasioni, con dedizione e sacrificio, rischiando la propria vita, hanno impedito che si aggravasse il tragico bilancio di morte che in questi anni ha segnato a lutto il nostro mar mediterraneo.

Queste persone io credo che abbiano dentro di se, indelebilmente impressi nel DNA, la lezione e l’esempio di San Francesco e ne ripetano, con l’emulazione, il messaggio di fratellanza, di condivisione e di amore verso il prossimo. Di queste donne e di questi uomini dobbiamo andare orgogliosi perché restituiscono al mondo l’immagine di un paese che ha grande bellezza, ma anche grandi valori etici e grande cuore. Bellezza, valori, cuore sono parte integrante del nostro essere italiani. Sono connotati nazionali che sentiamo il dovere ed abbiamo l’ambizione di trasferire in tutte le sedi internazionali, l’Europa in primo luogo, in una fase storica in cui le ragioni dell’Unione sembrano a tratti incrinarsi. Perché l’Italia non si sente parte dell’Europa dei muri, l’Italia promuove l’Europa dei popoli. Perché l’Italia non si riconosce nell’Europa che rifiuta, l’Italia è artefice dell’Europa che include. E vorremmo tutti i paesi della Comunità riuscissero a trasferire, la coesione, la capacità d’essere motore di scelte globali che hanno dimostrato in materia ambientale anche in temi come l’immigrazione o lo sviluppo economico. In campo ambientale l’Europa ha saputo essere all’altezza della sua cultura millenaria e della sua responsabilità etica. L’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici, di cui in settimana avvieremo l’iter di ratifica, è stato possibile grazie alla moral suasion dei paesi europei e al loro porre l’asticella dell’intesa ad un livello ambizioso, capace di affrontare la sfida del surriscaldamento globale. L'Italia li' ha dato il meglio di se' stessa. E anche l'Europa ha mostrato la sua parte migliore. E concludendo non posso non tornare alla “Laudato sì”, che prende il titolo dal Cantico delle Creature di San Francesco e a quella lode alla “madre terra” che abbiamo il dovere di preservare per le generazioni future. Un dovere che non è solo tutela passiva, ma impegno attivo per realizzare una società ambientalmente, economicamente e socialmente sostenibile; la nostra missione è quella di una grande rivoluzione della cultura e dei meccanismi di produzione, che coinvolga anche gli stili di vita individuali. E' l’impegno di ciascuno in un disegno di cambiamento nazionale e sovranazionale. Credo che in questa giornata tutti noi, credenti e non credenti, dobbiamo riservare un pensiero di gratitudine a San Francesco.  Ottocento anni fa quel frate umile e saggio ci indicò l'unica strada per il nostro Pianeta: quella del rispetto dell'ambiente e dell'amore verso il prossimo. Il suo insegnamento e' oggi fonte inesauribile di speranza per ognuno di noi.  

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