religione

Francesco di Sales, "giornalista" ai tempi della Controriforma

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

San Francesco di Sales, Patrono dei comunicatori dal 1923 per volontà di Pio XI, indicato come modello dei giornalisti cattolici da Paolo VI all’indomani del Concilio Vaticano II, trasmette ancora ai nostri giorni un messaggio moderno, controcorrente e lungimirante.

Il servizio di Roberta Gisotti:


“Diciamo così: Dio è il pittore, la nostra fede è la pittura, i colori sono la Parola di Dio, il pennello è la Chiesa”: l’uso sapiente di parole e immagini, un dono di Francesco, il vescovo "giornalista"’, teologo nel tempo della Controriforma, nato da famiglia nobile francese nel 1567, nel castello di Sales in Alta Savoia, primogenito di 13 figli. Destinato alla carriera giuridica e formatosi a Parigi e a Padova, sotto la guida spirituale del gesuita, padre Antonio Possevino, matura la sua vocazione religiosa e ritornato in patria è ordinato sacerdote. E' in contatto a Roma e a Parigi con i circoli impegnati come lui nel rinnovamento interiore della Chiesa. Ben presto è destinato a Ginevra e lì consacrato vescovo, a 32 anni, dopo sei di sacerdozio.

Anticipatore dei nuovi media

Francesco predicatore instancabile - si contano 30 mila sue lettere - in un contesto ostile dominato dal calvinismo, sperimenta il fallimento di non essere ascoltato dal pulpito. Ma non si scoraggia. “Bisogna avere un cuore capace di pazientare - scriveva - i grandi disegni si realizzano solo con molta pazienza e con molto tempo”. Ma la sua idea vincente è di pubblicare dei manifesti, foglietti volanti, una sorta di tweet del tempo e di affiggerli ai muri o farli scivolare sotto le porte delle case per raggiungere un gran numero di persone, anche i più lontani dalla fede. Precursore di nuovi media rispetto a quelli del tempo, preoccupato di proporre un modello di vita cristiana alla portata delle persone comuni, rinuncia all’invettiva, convinto che “gli uomini fanno di più per amore e carità che per severità e rigore”. “Se sbaglio, - spiegava - voglio sbagliare piuttosto per troppa bontà che per troppo rigore”, Francesco muore a 55 anni, canonizzato nel 1665, tra i padri della spiritualità moderna, protagonista dell’umanesimo devoto. (Radio Vaticana)

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