religione

A Lecce la chiesa più famosa dedicata a San Francesco…è senza facciata

Gelsomino Del Guercio Corriere Salentino
Pubblicato il 01-06-2019

Nell'elegante centro storico di Lecce si arriva ad una chiesa francescana molto famosa e unica nel suo genere: la Chiesa di San Francesco della Scarpa. E' unica perché a differenza delle altre chiese della città, caratterizzate da sfarzose facciate barocche, la chiesa di San Francesco della Scarpa si presenta priva del prospetto.

Questa chiesa viene infatti definita la ‘chiesa senza facciata’, in quanto in seguito a lavori eseguiti nell’Ottocento, buona parte della struttura  fu inglobata nel colonnato dell’ex convitto Palmieri.

I 4 altari rimasti

Una chiesa senza facciata, ma di una bellezza unica dei suoi luoghi interni, evidenzia in un recente articolo il Corriere Salentino. Dei dieci altari originari ne restano solo quattro, dedicati all’Annunziata, all’Immacolata, a San Luigi e al Santo di Assisi.

Oggi la chiesa, sconsacrata, è aperta pubblico ed è utilizzata per mostre d’arte e altri eventi culturali curati dal Museo Archeologico Provinciale ‘Sigismondo Castromediano’.

San Francesco o i frati minori?

Ma in passato, la sua storia è stata strettamente legata a San Francesco e ai frati minori. Il nome legato al "poverello d'Assisi" e alla "scarpa" ha due presunte origini.

La prima, legata ad una credenza popolare e non confermata da documenti storici, secondo la quale San Francesco d’Assisi, ripartendo da Lecce verso il 1219, fece dono di un suo sandalo ad alcuni cittadini.

La seconda racconta che fu così denominata nel XVI secolo, nel momento in cui i frati minori, che dimoravano nel convento di Santa Maria del Tempio, si divisero in conventuali e osservanti. Si dice che i primi portavano le scarpe a differenza dei secondi che camminavano scalzi. 

Sepolture francescane

La chiesa originale fu fatta costruire dai frati intorno al 1273 e consacrata dai vescovi Roberto di Noha di Lecce e Giacomo II di Castro nel 1333.

Nel corso del tempo i frati conventuali istituirono corsi di studi filosofici e teologici ed il noviziato, facendo del convento uno dei luoghi religiosi più significativi e attivi della città. Inoltre divenne anche sede del Terzo Ordine Francescano e di due Confraternite.

Fu anche luogo scelto per la sepoltura dei nobili leccesi. Infatti l’Infantino, nel 1634, riferisce che ai suoi tempi si contavano già ben 360 sepolture. Oggi si può ancora ammirare la tomba del grande Frate Roberto Caracciolo, il celebre oratore francescano del sec. XV.

Il convento, soppresso nel 1813 per decreto di Gioacchino Murat, fu destinato prima a caserma, poi ad ospedale di Cavalleria e nel 1816 fu trasformato a Collegio-Convitto, affidato nel 1832 da Re Ferdinando ai padri Gesuiti.

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