Solo la carità può cambiare completamente l'uomo
Il mese di novembre nell'immaginario collettivo è dedicato
a coloro che ci hanno preceduto nell'abbraccio con Dio.
Leggendo le lettere che continuamente ci inviate, mi è saltata
all'occhio quella di una nostra lettrice che ci ha scritto per
rinnovare l'abbonamento, continuando in questo modo una
sana tradizione iniziata con al nonna, purtroppo scomparsa
da pochi mesi. Una lettera che mi ha colpito e mi ha suggerito
un'idea che ho proposto alla nostra comunità e al Custode
che paternamente l'ha accolta: la possibilità di ricordare una
volta al giorno come fraternità e come responsabile della rivista
i lettori, gli abbonati e soprattutto i defunti che ci hanno
seguito e sostenuto. Ecco perché vi annuncio con gioia che vi
ricorderemo tutti i giorni personalmente presso la tomba di
san Francesco, altare e cattedra di pace.
Il Poverello d'Assisi ci ricorda come la morte va pensata e vissuta
come sorella, non come nemica:
“Ebbene, se la morte è imminente, chiamatemi frate Angelo e
frate Leone, affi nché mi cantino di sorella Morte”. Si presentarono
i due davanti a lui e cantarono, in lacrime, il Cantico di
frate Sole [...]. In questo Cantico, innanzi all'ultima strofa, egli
inserì questi versi dedicati a sorella Morte:
Laudato sie, mi Segnore,
per sora nostra Morte corporale,
dalla quale null'omo vivente po' scampare.
Guai a quilli ke morirà ne li peccati mortali!
Biati quilli ke trovarà ne li toi santissime volontade
ke lla morte seconda no li farà male.
(FF. 1547)
Nel suo Cantico delle Creature la morte non è altro che un
“cambiamento di vita”, e a proposito di cambiamento, di trasformazione,
vorrei condividere con voi quello che sostenne
Giovanni Paolo II nella sua lettera sul nuovo millennio “solo la
carità può cambiare completamente l'uomo”.
Credo che solo la carità rappresenterà per ciascuno di noi la
chiave che ci permetterà di aprire la porta del paradiso dove
riabbracceremo i nostri cari, dove canteremo con i Santi del
cielo, dove i nostri occhi incontreranno gli occhi di colui che ci
attende da sempre tra le Sue braccia.
Eccoci allora a ricordare come alla sera della vita compariremo
con le mani vuote dinnanzi al Signore, perché tutte le nostre
opere non sono senza macchia, ma Lui saprà guardare il desiderio
di bene che non abbiamo spento con le opere di carità.
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