opinioni

Solo la carità può cambiare completamente l'uomo

Enzo Fortunato
Pubblicato il 30-11--0001



Il mese di novembre nell'immaginario collettivo è dedicato a coloro che ci hanno preceduto nell'abbraccio con Dio. Leggendo le lettere che continuamente ci inviate, mi è saltata all'occhio quella di una nostra lettrice che ci ha scritto per rinnovare l'abbonamento, continuando in questo modo una sana tradizione iniziata con al nonna, purtroppo scomparsa da pochi mesi. Una lettera che mi ha colpito e mi ha suggerito un'idea che ho proposto alla nostra comunità e al Custode che paternamente l'ha accolta: la possibilità di ricordare una volta al giorno come fraternità e come responsabile della rivista i lettori, gli abbonati e soprattutto i defunti che ci hanno seguito e sostenuto. Ecco perché vi annuncio con gioia che vi ricorderemo tutti i giorni personalmente presso la tomba di san Francesco, altare e cattedra di pace. Il Poverello d'Assisi ci ricorda come la morte va pensata e vissuta come sorella, non come nemica: “Ebbene, se la morte è imminente, chiamatemi frate Angelo e frate Leone, affi nché mi cantino di sorella Morte”. Si presentarono i due davanti a lui e cantarono, in lacrime, il Cantico di frate Sole [...]. In questo Cantico, innanzi all'ultima strofa, egli inserì questi versi dedicati a sorella Morte:

Laudato sie, mi Segnore, per sora nostra Morte corporale, dalla quale null'omo vivente po' scampare. Guai a quilli ke morirà ne li peccati mortali! Biati quilli ke trovarà ne li toi santissime volontade ke lla morte seconda no li farà male. (FF. 1547)

Nel suo Cantico delle Creature la morte non è altro che un “cambiamento di vita”, e a proposito di cambiamento, di trasformazione, vorrei condividere con voi quello che sostenne Giovanni Paolo II nella sua lettera sul nuovo millennio “solo la carità può cambiare completamente l'uomo”. Credo che solo la carità rappresenterà per ciascuno di noi la chiave che ci permetterà di aprire la porta del paradiso dove riabbracceremo i nostri cari, dove canteremo con i Santi del cielo, dove i nostri occhi incontreranno gli occhi di colui che ci attende da sempre tra le Sue braccia. Eccoci allora a ricordare come alla sera della vita compariremo con le mani vuote dinnanzi al Signore, perché tutte le nostre opere non sono senza macchia, ma Lui saprà guardare il desiderio di bene che non abbiamo spento con le opere di carità.

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