Lettere al direttore

MIO NIPOTE, NATO SOLO PER SOFFRIRE?

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001

Cari Francescani,

sono una nonna molto triste e dispiaciuta pensando a mio nipote che a 13 anni ancora non cammina, non parla, non usa le sue mani, dopo tanti anni di preghiere verso i santi avevo un po’ di speranza nei miracoli, credevo tanto anche nei medici. la famiglia è partita tante volte per Pisa, dove ha dovuto subire tanti interventi. ora anche i denti, soffre tantissimo e i medici non posso fare niente e forse i miracoli - povero bambino - non sono per lui, sembra nato solo per subire tutta questa sofferenza.

Grazie tante per la rivista che mi mandate sempre, è un giornale molto interessante e piacevole da leggere. Vi prego, fate come dice il Papa, pregate per la mia famiglia che ha bisogno di tanto, tanto, tanto aiuto di Dio, di Maria nostra Madre. Arrivederci e a presto sperando che il mio nipotino abbia un po’ di salute. Vi voglio bene anche senza conoscervi.

Bruna

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Cara Bruna,

è difficile certe volte comprendere le strade che si aprono davanti a noi. Lo stesso Francesco, come spesso ho avuto modo di riportare, ha vissuto numerose sofferenze dovute alle malattie che ha affrontato con lo sguardo rivolto al Padre. E’ papa Francesco in una sua recente omelia a segnare il cammino da intraprendere, come quando ci invita a non vivere passivamente il dolore, anche se“la reazione della ribellione e del rifiuto non è un atteggiamento giusto. Gesù ci insegna a vivere il dolore accettando la realtà della vita con fiducia e speranza, mettendo l’amore di Dio e del prossimo anche nella sofferenza: e l’amore trasforma ogni cosa”, dice Bergoglio. I malati, come noi che gli siamo vicini siamo chiamati a  sentirci autori di apostolato. Una persona ammalata o chi le è vicina - dice papa Francesco - può diventare sostegno e luce per altri sofferenti, trasformando così l’ambiente in cui vive. Con questo carisma siamo un dono per la Chiesa. Le sofferenze, come le piaghe di Gesù, se da una parte sono scandalo per la fede, dall’altra sono verifica di questa, segno che Dio è Amore, è fedele, è misericordioso, è consolatore. Ti riporto la benedizione finale che Bergoglio ha lasciato in questa stessa occasione, un vero e proprio affidamento a Maria: “Lei sa, lei conosce le sofferenze e ci aiuta sempre nei momenti più difficili”. Porto una preghiera per te sulla tomba di san Francesco.


Un caro saluto di pace e bene


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