Lettere al direttore

IO PENSO POSITIVO!

Enzo Fortunato
Pubblicato il 30-11--0001

Gentilissimo direttore, ho ricevuto un altro numero del vostro bellissimo giornale, davvero interessante, molto chiaro, semplice, ricco di una filosofia di vita davvero da imitare. Spesso la vita ci porta a correre, presi da molteplici impegni, viviamo senza mai soffermarci a riflettere quanto davvero è preziosa la nostra esistenza, magari non apprezziamo le cose come dovremmo. Leggendo il vostro giornale si trova il modo di capire che, a volte, basta così poco per sentirsi felici, una felicità interiore ben più appagante di grandi e superflui desideri. Continuerò con interesse a seguirvi tramite le vostre pagine. Più volte ho avuto l’occasione di recarmi in Assisi, lo scorso 4 ottobre ho visto papa Francesco, l’emozione è stata grandissima. Concludo questa mia salutandovi.
Alessandro (FI)


Carissimo Alessandro, grazie. Con queste tue semplici parole hai colto in pieno il pensiero di Francesco. Alla domanda: “Francesco, chi è il frate perfetto?”, il Santo risponde: “Sarebbe buon frate minore colui che riunisse in sé la vita e le attitudini dei seguenti santi frati: la fede di Bernardo, che la ebbe perfetta insieme con l’amore della povertà; la semplicità e la purità di Leone, che rifulse veramente di santissima purità; la cortesia di Angelo, che fu il primo cavaliere entrato nell’Ordine e fu adorno di ogni gentilezza e bontà; l’aspetto attraente e il buon senso di Masseo, con il suo parlare bello e devoto; la mente elevata nella contemplazione che ebbe Egidio fino alla più alta perfezione; la virtuosa incessante orazione di Rufino, che pregava anche dormendo e in qualunque occupazione aveva incessantemente lo spirito unito al Signore; la pazienza di Ginepro [...], la robustezza fisica e spirituale di Giovanni delle Lodi [...], la carità di Ruggero, [...], la santa inquietudine di Lucido”. Francesco invita a puntare il proprio sguardo sugli aspetti positivi, sui talenti, sui doni delle persone, cosa che dovremmo sempre ricordarci di fare, anche se è un’arte difficile, visto che si è abituati a giudicare, a non vedere i propri limiti, ma quelli degli altri. Il fatto che tu abbia colto questo modo di essere mi dà l’opportunità di esprimerlo in chiari caratteri a tutti i nostri lettori.
Un caro saluto di pace e bene

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