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Tra Betlemme e Gerusalemme, in Terra Santa i pellegrini in preghiera per la pace

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il gesto avviene nell'ambito di un pellegrinaggio giunto lunedì a Nazareth dall'Italia

Da pellegrini a Betlemme e Gerusalemme per invocare la pace proprio in queste ore così difficili per israeliani e palestinesi. È l'iniziativa che domani l'Opera Romana Pellegrinaggi vivrà sul posto in comunione con entrambi i popoli della Terra Santa.

Il gesto avviene nell'ambito di un pellegrinaggio giunto lunedì a Nazareth dall'Italia e che avrebbe avuto in programma proprio per domani mattina un'iniziativa simbolica molto forte: un Cammino di pace a piedi lungo i dodici chilometri che separano Betlemme da Gerusalemme, attraversando il check-point per invocare il dono della pace. Ma questa marcia dell'Opera Romana Pellegrinaggi - che proprio in giorni in Terra Santa sta ricordando l'80° di fondazione insieme al cardinale vicario Agostino Vallini - si è intrecciata con la tragica cronaca delle ultime ore a Gerusalemme. Il cammino è diventato così impossibile, anche se i gesti di pace sono diventati proprio adesso ancora più urgenti. Per questo motivo l'Opera Romana Pellegrinaggi ha scelto di limitarsi a modificare la formula: la giornata di domani sarà dunque scandita comunque dalla preghiera per la pace a Betlemme e a Gerusalemme. Comincerà la mattina presto alla chiesa di Santa Caterina, nella città della Natività, dove verranno distribuiti dei ramoscelli d'ulivo e ci sarà un momento di preghiera con la comunità palestinese. Poi i pellegrini si sposteranno in pullman a Gerusalemme dove pregheranno per la pace con la Via Crucis sulla Via Dolorosa fino alla basilica del Santo Sepolcro. Infine al Centro Notre Dame, subito fuori dalle mura della Città Vecchia, la mattinata si concluderà con un momento di preghiera in comunione con la comunità israeliana.

«Abbiamo voluto che il cammino si trasformasse nella Via Crucis, che è il cuore della fede cristiana, la croce portata con amore che vince il male - spiega mons. Liberio Andreatta, vice presidente e amministratore delegato dell'Opera Romana Pellegrinaggi -. Ripercorreremo attraverso la Passione di Cristo l’atroce sofferenza umana che stanno vivendo queste popolazioni nelle ultime ore, pregheremo con loro e per loro perché l’odio non può e non deve avere l’ultima parola, da cristiani siamo chiamati a testimoniare il Cristo crocifisso, morto e risorto».

Il gesto dell'Opera Romana Pellegrinaggi si pone in continuità anche con altre iniziative religiose di queste ore in Terra Santa. Proprio oggi un gruppo di leader religiosi di Gerusalemme - cristiani, musulmani e drusi - si sono recati in visita alla sinagoga di Har Nof, colpita dall’attentato di ieri. «Noi veniamo come capi religiosi in un luogo di preghiera, quindi in un luogo sacro - ha detto il patriarca latino di Gerusalemme, mons. Fouad Twal -. Queste persone sono state uccise mentre stavano pregando. Ogni luogo di culto, di qualsiasi religione sia, deve essere protetto e santificato».

Davanti alla Sinagoga - riferisce il sito del Patriarcato latino di Gerusalemme - i diversi leader religiosi hanno preso la parola a turno, rivolgendo le loro condoglianze alla comunità, e condannando gli atti di violenza, sia quelli contro Israele sia quelli che toccano i palestinesi. Inoltre hanno condannato il terrorismo e le barbarie commessi in nome della religione contro un’altra religione, rinnovando un forte appello alla libertà di espressione e di religione per tutti i popoli della Terra Santa e del mondo. Vatican Insider

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