fede

Segreti e vita da esorcista: non siamo super sacerdoti, ma abbiamo armi per combattere il diavolo

Redazione online Ansa - JIM LO SCALZO
Pubblicato il 16-05-2017

Il diavolo non si conosce. Siamo vittime di una cultura impregnata della più grande menzogna che satana è riuscito a ordire: la negazione della sua esistenza

“Quando il vescovo mi ha dato la licenza, per tre notti consecutive sono stato svegliato di soprassalto e con gli occhi sbarrati alle 3 in punto. Il nemico si era presentato. Ho pregato il rosario, e tutto è cessato”. Fra Paolo Carlin ricorda con un sorriso il giorno in cui il vescovo di Ravenna gli chiese di diventare esorcista: “Quando arrivai in diocesi non avevo incarichi pastorali, dunque mi presentai e mi resi disponibile a qualunque esigenza. Qualche giorno dopo, mentre eravamo a pranzo per la festa di Padre Pio, il vescovo mi chiese: ‘Come sei messo con il demonio?’. Risposi senza esitazione che sapevo che esiste e che credo in Cristo. Allora mi affidò la missione”. Teologo morale e minore cappuccino, fra Carlin è esorcista nelle diocesi di Ravenna e Faenza, portavoce dell’Associazione internazionale esorcisti e delegato nazionale della stessa per l’Italia. È stato tra i relatori del corso su “Esorcismo e preghiera di liberazione” che si è tenuto nei giorni scorsi a Roma.

C’è una carenza di preparazione nei seminari?

Non è prevista una formazione specifica. Il corso sugli angeli e sui demoni è sparito dopo il Concilio Vaticano II. E poi c’è una più generale scarsità di conoscenza circa gli esseri personali e spirituali, quando un sacerdote si trova davanti a una manifestazione diabolica rischia di restare in estremo imbarazzo.




Perché in tanti dubitano addirittura dell’esistenza del diavolo?

Il diavolo non si conosce. Siamo vittime di una cultura impregnata della più grande menzogna che satana è riuscito a ordire: la negazione della sua esistenza. Complice l’ignoranza e l’aderire, più o meno consapevolmente, alle “nuove” filosofie di vita new age o orientaleggianti. Ma il diavolo esiste, e non è quel portatore di luce che i suoi adoratori vorrebbero farci credere. Purtroppo tanti sacerdoti, non avendo una preparazione in materia, non ne parlano abbastanza. Per non dire, poi, di quelli che utilizzano una fantomatica capacità di liberazione ingannando loro stessi e gli altri. Certi doni, se non sei un santo, non vengono da Dio…



Qual è la giornata di un esorcista?

L’esorcista non è un super sacerdote. È un uomo comune. Talvolta, quando mi chiedono benedizioni “speciali”, resto interdetto. Non siamo extraterrestri. Conduciamo la vita dei sacerdoti, fatta di preghiera personale e comunitaria. Mettendo al centro la confessione e l’Eucaristia, perché il maligno usa i nostri peccati contro di noi. Io mi sveglio ogni giorno alle 5:30 e mi corico alle 23. La mattina porto avanti altre attività del ministero sacerdotale, mentre tutti i pomeriggi incontro le persone con problemi spirituali e non. Siamo abituati a vedere al cinema gli esorcisti che combattono corpo a corpo con il demonio… La battaglia non è fra l’esorcista e il diavolo, ma fra la Chiesa e il diavolo. Inoltre, l’esorcista può imporre soltanto le mani sul capo.

Non c’è bisogno che la persona venga toccata, questo è un punto importante. Purtroppo l’immaginario collettivo è orientato dalla cinematografia, ma quelli sono rituali inventati dai registi. Il guaio è quando a seguirli sono anche alcuni sacerdoti.

Ha mai avuto paura?

A volte il diavolo mi può mettere agitazione per la sorpresa, ma non mi spaventa mai. È imprevedibile, e al contempo noioso. Ma non bisogna avere timore. Se si crede in Gesù, non si ha paura. Eppure il demonio non va sottovalutato, perché è un grande ingannatore. È più forte di un uomo, perché è un angelo caduto. Ma di fronte a Dio non può fare nulla e poi non è onnipotente.

Il risultato della battaglia è sempre la vittoria?

Gesù ha già vinto per noi. Per vincere, però, bisogna stare con il vincitore. Siamo noi a decidere, con le nostre scelte. Non possiamo immaginare di mandare via il male con il male.

Qualche caso le è rimasto particolarmente impresso?

Certamente quelli che seguo da anni. In particolare, un ragazzo di 14 anni che ha avuto danni e malefici da un parente. Presentava tutti i segni che la Chiesa richiede per identificare una possessione. Dopo gli esorcismi, andava via sereno. Chi sta con Gesù, tiene lontano il nemico della vita. Purtroppo ricordo anche una ragazzina che aveva tanto bisogno, ma i genitori preferirono non fare un cammino di preghiera…



Quali armi ha l’esorcista contro il diavolo?

Quelle di ogni cristiano: armi spirituali, ma vere e proprie armi. L’elmo è il Vangelo, che protegge la testa dalle illusioni e dalle tentazioni del nemico. La spada è la preghiera, con cui si lotta contro le trappole. La corazza sono i sacramenti, l’azione di Dio nella vita dell’uomo. La confessione è più potente di un esorcismo: più mi confesso, più il diavolo è lontano; mentre l’Eucaristia è forza spirituale per l’anima. Infine lo scudo, che è la fede. Se mi fido di Dio, satana non va da nessuna parte. (Riccardo Benotti - Agensir)

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