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SAN FRANCESCO OGGI, IL SENSO DI UN MODELLO DA SEGUIRE

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Qual'è il senso e l'attualità di Francesco oggi? Qual'è il divario che c'è tra le due nostre epoche?

Francesco d’Assisi viveva in una Cristianità. Vale a dire in un mondo crudele, barbaro, durissimo: nel quale però tutti gli aspetti della vita personale e comunitaria di chiunque ne fosse parte erano dominati dalla fede e dalla dottrina cristiane. Erano cristiane non solo la fede, la teologia e la filosofia, ma anche la politica, l’economia, la scienza, le arti, l’estetica. All’interno di un mondo così ordinato – e non certo perciò steso perfetto: al contrario, un mondo di peccatori – Francesco poté esprimere la sua  proposta cristiana di piena adesione al Cristo povero e nudo, senza pretendere che essa divenisse l’unica norma possibile, che essa passasse – appunto – dal càrisma all’istituzione divenendo la sola misura nella Chiesa, l’unico modo di vivere all’interno di essa. Nella casa di Dio vi sono molte dimore, com’è stato detto.

Il punto è che oggi non è più così. Quel che definiamo ordinariamente il “processo di secolarizzazione”, dal quale è scaturita la Modernità, consente ai singoli di definirsi cristiani e anche di vivere in conformità con la loro scelta, ma li obbliga a vivere e ad assumersi responsabilità civili, giuridiche e sociali in un mondo che non è più informato dalla fede e dalla dottrina cristiana. Una società odierna può ben essere costituita da una maggioranza e se vogliamo addirittura da una totalità di cristiani, ma non è più una Cristianità.

Ciò impone alla Chiesa anzitutto la presa di coscienza di questo stesso fatto, la  piena consapevolezza riguardo ad esso. I cristiani che, in quanto tali, debbono costituire un modello per una maggioranza che non è più tale, o non lo è mai stata. I cristiani che, per rispondere davvero ai loro còmpiti odierni, debbono essere – com’erano quelli prima dell’editto di Teodosio che fece di quella dell’apostolo Pietro l’unica religio licita dell’impero – “il sale della terra”.

Una terra piena di crimini e di orrori ma, anzitutto e soprattutto, dominata dall’ingiustizia e dall’indifferenza.  Una terra guidata dall’arbitrio individualistico – l’Io al posto di Dio – e dall’Avere al posto dell’Essere. Una terra dominata da quel che papa Francesco, a Seul, ha chiamato “un’economia disumana”. Era a un passo dalla Corea del nord, che oggi molto di più della Cina è un modello di politica totalitaria. Avrebbe potuto denunziare la “politica disumana”. Ma egli sa bene fino a che punto, nel mondo delle  lobbiesfinanziarie e produttive, l’economia sia primaria rispetto alla politica e i politici, per quanto detentori formali del potere, siano di fatto dei “comitati d’affari” della finanza e delle logiche che presiedono alla produzione e alla distribuzione (ingiusta fino all’aberrazione) della ricchezza.

Franco Cardini

Storico

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