fede

Natale, primo pensiero: perchè non digiunare?

Felice Accrocca
Pubblicato il 18-12-2017

Francesco si preparava al Natale con un’intera quaresima, la quaresima cosiddetta di san Martino. Una volta – malato – gli sembrò d’infrangere il digiuno, confessò pubblicamente, davanti a tutti la sua colpa. Non voleva sentirsi ipocrita: sì, perché quel digiuno doveva prepararlo a vivere con più intensità la festa ormai prossima e che riteneva fosse la festa delle feste. Non si conosceva allora l’odierno sfavillio di mille luci, ma c’era tutta una ritualità (rimasta peraltro invariata per secoli, fino a qualche decennio fa) che scandiva rigorosamente il tempo di Avvento, e che non era solo poesia, quanto il consumarsi poetico di un’esistenza che trovava nella fede la sua ragione suprema.

Un “mondo piccolo” che ricercava le sue ragioni di vita in un ordine altro, divino; un mondo non ancora dominato dalla legge dell’apparire e del consumo. In quel mondo, Francesco si sforzava di andare oltre, tutto pensando e tutto facendo sotto l’ispirazione della fede. Perché non riscoprire anche noi le ragioni di quell’antica saggezza? Perché non vivere questi ultimi giorni prima della festa digiunando da letture e programmi televisivi spesso insulsi e che pure finiscono per catturarci? Perché non cercare un po’ di silenzio nel quale parlare con Dio, per poter poi parlare di Dio con più senno e motivazioni?

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