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Papa Francesco: «Il sacrificio dei martiri rafforzi l'impegno per la libertà di fede»

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

«Libertà religiosa, diritto inalienabile»

«Sono i perseguitati per la fede a essere nel cuore della Chiesa. Non i cristiani che vivono da pagani». Francesco trasforma l’Angelus di Santo Stefano in una preghiera collettiva per i cristiani perseguitati e stigmatizza «il falso Natale dal sapore dolciastro». L'odierna festa del primo martire cristiano, il diacono Stefano, «ci mostra come vivere in pienezza il mistero del Natale», afferma il Papa evidenziando le parole di Gesù ai suoi discepoli nel momento in cui li invia in missione lette nella liturgia di questa festa: «Sarete odiati da tutti a causa del mio nome». Ma «chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato», anche se «non turbano la celebrazione del Natale, la spogliano di quel falso rivestimento dolciastro che non le appartiene». 

Infatti «ci fanno comprendere che nelle prove accettate a causa della fede, la violenza è sconfitta dall'amore, la morte dalla vita». 

I fedeli radunati in piazza San Pietro per l'Angelus hanno intonato il coro «Auguri» e «Viva il Papa» come omaggio a Francesco. Secondo il Pontefice, «per accogliere veramente Gesù nella nostra esistenza e prolungare la gioia della Notte Santa, la strada è proprio quella indicata da questo Vangelo, cioè dare testimonianza a Gesù nell'umiltà, nel servizio silenzioso, senza paura di andare controcorrente e di pagare di persona». Dunque «se non tutti sono chiamati, come santo Stefano, a versare il proprio sangue, a ogni cristiano, però è chiesto di essere coerente in ogni circostanza con la fede che professa».

Inoltre «seguire il Vangelo è di certo un cammino esigente, ma bello, bellissimo e chi lo percorre con fedeltà e coraggio riceve il dono promesso dal Signore agli uomini e alle donne di buona volontà, come cantavano gli Angeli il giorno di Natale: “Pace, pace!”, questa pace donata da Dio è in grado di rasserenare la coscienza di coloro che, attraverso le prove della vita, sanno accogliere la Parola di Dio e si impegnano a osservarla con perseveranza sino alla fine». 

Nel giorno in cui la Chiesa cattolica commemora il suo primo martire, Santo Stefano, il sito di informazione religiosa Il sismografo riferisce che a nulla sono serviti gli appelli dei fedeli, vescovi e giornali. La Polizia dello stato di Guerrero, in Messico, ha confermato la scoperta del cadavere di padre Gregorio López Gorostieta sequestrato lunedì scorso mentre si trovava nella sua stanza nel seminario della città Ciudad Altamirano. La terribile scoperta è avvenuta nel Municipio di Tlapehuala (9mila abitanti), non molto distante dal luogo in cui, settimane fa, in una fossa comune era stato trovato il cadavere di un missionario dell'Uganda (padre John Ssenyondo) anche lui sequestrato lo scorso 30 aprile. 

Con l'omicidio di padre López Gorostieta i sacerdoti uccisi in Messico nel 2014 aumentano a tre e nel continente americano a 12. In Perù, mercoledì scorso, nel corso di una violenta rapina era stato ucciso padre Alfonso Comina Zevallos (56 anni). 

Resteranno come un monito le parole dedicate da Francesco alla «coerenza cristiana», che «è una grazia che dobbiamo chiedere al Signore: essere coerenti, vivere come cristiani, e non dire sono cristiano ma vivere come pagano». 

Il Papa auspica che in ogni angolo del pianeta si accresca l'impegno per riconoscere e assicurare concretamente la libertà religiosa, che è «un diritto inalienabile di ogni persona umana». E ai martiri del terzo millennio Francesco assicura che non mancherà la preghiera della Chiesa universale «per quanti sono perseguitati, discriminati e anche uccisi per la testimonianza resa a Cristo». E a ciascuno di loro ribadisce: «Se portate questa croce con amore, siete entrati nel mistero del Natale, siete nel cuore di Cristo e della Chiesa».

E da piazza San Pietro gremita di fedeli si alza la preghiera «perché, grazie anche al sacrificio di questi martiri di oggi», cioè di quanti sono discriminati e perseguitati per la fede cristiana, «si rafforzi in ogni parte del mondo l'impegno per riconoscere e assicurare concretamente la libertà religiosa, che è un diritto inalienabile di ogni persona umana». Infine, ha ricordato il Papa, «in queste settimane ho ricevuto tanti messaggi augurali da Roma, dall'Italia e da ogni parte del mondo. Non essendomi possibile rispondere a ciascuno, esprimo oggi a tutti il mio sentito ringraziamento, specialmente per il dono della preghiera. Grazie di cuore! Il Signore vi ricompensi con la sua generosità». (vaticaninsider.lastampa.it)


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