fede

Papa Francesco compie 85 anni senza perdere il sorriso

Redazione Francesco Costa - Ansa
Pubblicato il 17-12-2021

Uno dei Pontefici più longevi

"Pensavo come è la fine di un gesuita: è arrivare alla vecchiaia pieno di lavoro, forse stanco, pienodi contraddizioni, ma col sorriso, con la gioia di aver fatto il proprio lavoro. Questa è la grande stanchezza di un uomo che ha dato la vita. C’è una stanchezza brutta, nevrotica che non aiuta. Ma c’è una stanchezza buona. Quando si vede questa vecchiaia sorridente, stanca, ma non amara, allora voi siete un canto alla speranza. Un gesuita che arriva all’età nostra e continua a lavorare, a subire le contraddizioni e a non perdere il sorriso, allora diventa un canto alla speranza.” La riflessione è di Papa Francesco. L’ha fatta lo scorso 4 dicembre con altri gesuiti come lui ad Atene. Alcuni anziani come lui. Che cosa c’è di meglio per augurare oggi al Papa che compie gli anni di “non perdere il sorriso” come dice lui stesso? 

Il primo dato di oggi è che Papa Francesco compie 85 anni. Una data significativa. Ben 5 anni oltre quegli 80 che Paolo VI volle come termine del servizio per un cardinale.  In tempi recenti solo Benedetto XVI li ha superati di 10 mesi come Papa regnante. Ma Papa Francesco è attivo e in forma. Ha superato un intervento importante a luglio e chi lo conosce e lo frequenta dice che è “vigoroso”. 

A volte si stanca un po’ nei viaggi e lontano dalle telecamere usa sempre più spesso l’automobile e si fa aiutare anche ad alzarsi dalla poltrona. Ma lo stile di Papa Francesco è quello di non cedere alla fatica della vecchiaia. E il suo vigore lo si vede nei progetti che ha aperto. Dal “Sinodo sul Sinodo” ai viaggi per il prossimo anno ai tanti cantieri aperti per riforme come quella annunciata dal 2013 della Curia.

La strada è quelle dei piccoli passi, a cominciare dalla scelta di collaboratori che lentamente trasformano la struttura come Francesco chiede. Dal di dentro senza apparenti rivoluzioni, ma con  cambiamenti che si rivelano profondi. E’ lo stile del gesuita, ma anche dell’ uomo dell’ America Latina. Uno stile che mette una certa visione di popolo al centro. Una visione per certi aspetti romantica, e in parte identitaria. Ma non in senso globale, quanto piuttosto in senso di cultura e umanità di vari “popoli”. La sua sembra una visione pessimista che mette in evidenza soprattutto il male, il negativo di una “élite corrotta” rispetto ad un “popolo virtuoso” di esclusi.  Ma in pratica è un modo per dire che nel messaggio di Cristo non ci sono popoli diversi e la unica identità è di essere “figli di Dio”. 

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