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PAPA FRANCESCO: CAPI POLITICI CONSIDERINO CHE I POPOLI VOGLIONO LA PACE, ANCHE SE NON HANNO PIU' LA FORZA DI CHIEDERLA

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Papa Bergoglio parla nuovamente ai potenti della terra, come a suo tempo fece san Francesco invitandoli a cambiare il loro atteggiamento

È necessaria una “maggiore convergenza internazionale” al fine di “rimuovere le cause” delle “intollerabili” condizioni degradanti in cui vivono i profughi. Lo ha detto Papa Francesco incontrando un centinaio di giovani, per lo più bambini, cristiani e musulmani, assistiti dai salesiani e dalla Caritas di Istanbul, figli di famiglie di profughi che si trovano in  Turchia.

“Ho molto desiderato questo incontro con voi, che provenite dalla Turchia, dalla Siria, dall’Iraq, da vari Paesi del Medio Oriente e dell’Africa. Volevo incontrare anche altri rifugiati ma non è stato possibile fare altrimenti”, ha detto Jorge Mario Bergoglio, apparso stanco e commosso, durante l’incontro che si è svolto nella cattedrale dello Spirito Santo.

Si è trattato dell’ultimo incontro ufficiale della tre-giorni in Turchia, un po’ anticipato rispetto all’agenda per permettere a Papa Francesco, sulla strada verso l’aeroporto di Istanbul dove verso le 17 (le 16 in Italia) si imbarca sull’aereo che lo riporterà a Roma, di visitare brevemente il patriarca armeno ortodosso di Costantinopoli Mesrob Mutafian, ricoverato presso l'ospedale armeno "San Salvatore" perché da anni ridotto in stato vegetativo. Stamane, prima della divina liturgia con il patriarca ecumenico Bartolomeo (presente in serata anche all’aeroporto per l’ultimo commiato), il Papa si era incontrato per circa quindici minuti con il gran rabbino di Turchia, Isak Haleva.

La “difficile situazione” in cui vivono questi ragazzi, ha detto loro il Papa, “è la triste conseguenza di conflitti esasperati e della guerra, che è sempre un male e non rappresenta mai la soluzione dei problemi, ma anzi ne crea altri. I profughi, come voi, si trovano spesso privi, a volte per lungo tempo, di beni primari: un’abitazione dignitosa, l’assistenza sanitaria, l’educazione, il lavoro. Hanno dovuto abbandonare non solo realtà materiali, ma soprattutto la libertà, la vicinanza dei familiari, il loro ambiente vitale e le tradizioni culturali. Le condizioni degradanti in cui tanti profughi devono vivere sono intollerabili! Per questo bisogna mettere tutto l’impegno per rimuovere le cause di questa realtà. Lancio un appello – ha detto il Pontefice argentino - per una maggiore convergenza internazionale volta a risolvere i conflitti che insanguinano le vostre terre di origine, a contrastare le altre cause che spingono le persone a lasciare la loro patria e a promuovere le condizioni perché possano rimanere o ritornare. Incoraggio tutti coloro che stanno operando generosamente e lealmente per la giustizia e la pace a non perdersi d’animo. Mi rivolgo ai Capi politici, affinché tengano conto che la grande maggioranza delle loro popolazioni aspira alla pace, anche se a volte non ha più la forza e la voce per chiederla!”. Il Papa ha ringraziato le organizzazioni cattoliche impegnate con i profughi ed ha espresso “viva riconoscenza” alle autorità turche per il lavoro con i rifugiati turchi e siriani: “Auspico che non manchi il necessario sostegno anche delle comunità internazionale”.

“Cari giovani, non scoraggiatevi. È facile dire ma fate uno sforzo per non scoraggiarvi”, ha detto il Papa. “Da parte mia, insieme a tutta la Chiesa, continuerò a rivolgermi con fiducia al Signore, chiedendogli di ispirare coloro che occupano ruoli di responsabilità, affinché promuovano la giustizia, la sicurezza e la pace senza tentennamenti e in modo veramente concreto. Attraverso le sue organizzazioni sociali e caritative, la Chiesa resterà al vostro fianco e continuerà a sostenere la vostra causa davanti al mondo”. Alla fine dell’incontro una ragazza ha salutato il Papa a nome del gruppo, ricordando le situazione drammatiche da cui questi ragazzi sono fuggiti.  Vatican insider

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