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PAPA FRANCESCO: 'OGNI GESTO DI PERDONO RIPARA LA CASA E RINSALDA LE MURA'

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La famiglia è una grande palestra di allenamento al dono e al perdono reciproco, senza il quale nessun amore può durare a lungo. Senza donarsi e senza perdonarsi l’amore non rimane, non dura

«Ogni gesto di perdono ripara la casa dalle crepe e rinsalda le sue mura». All’udienza generale papa Francesco riprende il filo del Sinodo sulla famiglia di ottobre, «evento di grazia» (il Papa non ha precisato se scriverà una esortazione apostolica perché sulla relazione finale, ha detto, «devo io stesso meditare»), e, senza riferimenti alle vicende di attualità vaticana di questi giorni, incentra la catechesi sul perdono: «Se impariamo a chiederci subito scusa e a donarci il reciproco perdono, guariscono le ferite, il matrimonio si irrobustisce, e la famiglia diventa una casa sempre più solida, che resiste alle scosse delle nostre piccole e grandi cattiverie».

La recente Sssemblea sinodale «è stato un evento di grazia», ha detto Francesco. «Al termine i Padri sinodali mi hanno consegnato il testo delle loro conclusioni. Ho voluto che questo testo fosse pubblicato, perché tutti fossero partecipi del lavoro che ci ha visti impegnati assieme per due anni. Non è questo il momento di esaminare tali conclusioni, sulle quali devo io stesso meditare».

Nel frattempo, però, «la vita non si ferma, in particolare la vita delle famiglie non si ferma!», ha proseguito il Papa. «Voi, care famiglie, siete sempre in cammino. E continuamente scrivete già nelle pagine della vita concreta la bellezza del Vangelo della famiglia. In un mondo che a volte diventa arido di vita e di amore, voi ogni giorno parlate del grande dono che sono il matrimonio e la famiglia. Oggi vorrei sottolineare questo aspetto: che la famiglia è una grande palestra di allenamento al dono e al perdono reciproco, senza il quale nessun amore può durare a lungo. Senza donarsi e senza perdonarsi l’amore non rimane, non dura». Ricordando il Padre Nostro, «non si può vivere senza perdonarsi – ha proseguito il Papa – o almeno non si può vivere bene, specialmente in famiglia. Ogni giorno ci facciamo dei torti l’uno con l’altro. Dobbiamo mettere in conto questi sbagli, dovuti alla nostra fragilità e al nostro egoismo. Quello che però ci viene chiesto è di guarire subito le ferite che ci facciamo, di ritessere immediatamente i fili che rompiamo nella famiglia. Se aspettiamo troppo, tutto diventa più difficile. E c’è un segreto semplice per guarire le ferite e per sciogliere le accuse: non lasciar finire la giornata senza chiedersi scusa, senza fare la pace tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli e sorelle… tra nuora e suocera. Se impariamo a chiederci subito scusa e a donarci il reciproco perdono, guariscono le ferite, il matrimonio si irrobustisce, e la famiglia diventa una casa sempre più solida, che resiste alle scosse delle nostre piccole e grandi cattiverie. Non è necessario fare un grande discorso, è sufficiente una carezza ed è finito tutto, e ricomincia. Ma non finire la giornata in guerra, capito?».

«Se impariamo a vivere così in famiglia – ha detto ancora Bergoglio – lo facciamo anche fuori, dovunque ci troviamo. È facile essere scettici su questo. Molti – anche tra i cristiani – pensano che sia un’esagerazione. Si dice: sì, sono belle parole, ma è impossibile metterle in pratica. Ma grazie a Dio non è così. Infatti è proprio ricevendo il perdono da Dio che, a nostra volta, siamo capaci di perdono verso gli altri. Per questo Gesù ci fa ripetere queste parole ogni volta che recitiamo la preghiera del Padre Nostro, cioè ogni giorno. Ed è indispensabile che, in una società a volte spietata, vi siano luoghi, come la famiglia, dove imparare a perdonarsi gli uni gli altri. Il Sinodo ha ravvivato la nostra speranza anche su questo: fa parte della vocazione e della missione della famiglia la capacità di perdonare e di perdonarsi. La pratica del perdono non solo salva le famiglie dalla divisione, ma le rende capaci di aiutare la società a essere meno cattiva e meno crudele. Sì, ogni gesto di perdono ripara la casa dalle crepe e rinsalda le sue mura. La Chiesa, care famiglie, vi sta sempre accanto per aiutarvi a costruire la vostra casa sulla roccia di cui ha parlato Gesù».

In questo senso, quella del Vangelo («Non chiunque mi dice Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio») è «una parola forte, non c’è dubbio, che ha lo scopo di scuoterci e chiamarci a conversione. Vi assicuro, care famiglie cristiane, che se sarete capaci di camminare sempre più decisamente sulla via delle Beatitudini, imparando e insegnando a perdonarvi reciprocamente, in tutta la grande famiglia della Chiesa crescerà la capacità di rendere testimonianza alla forza rinnovatrice del perdono di Dio. Diversamente, faremo prediche anche bellissime, e magari scacceremo anche qualche diavolo, ma alla fine il Signore non ci riconoscerà come suoi discepoli perché non abbiamo avuto la capacità di perdonare e di farci perdonare dagli altri», ha detto Francesco che ha concluso la catechesi con la recita corale del Padre Nostro.

Nuove iniziative di accoglienza per i bambini profughi sono state illustrate al Papa, a conclusione dell'udienza, dai promotori dell’iniziativa «Fabbrica della pace», presieduta dalla psicologa Maria Rita Parsi. Era presente anche Emma Bonino. Vatican Insider

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