fede

Papa: chi si ammala nella terra dei fuochi, migranti e suore uccise sono «valli oscure», ma Dio è vicino

Domenico Agasso JR
Pubblicato il 30-11--0001

Il senzatetto morto di freddo a Roma senza nemmeno la consolazione di «una carezza» l’unica risposta è affidarsi al Signore

Le persone che si ammalano nella «Terra dei fuochi». Il senzatetto morto di freddo a Roma senza nemmeno la consolazione di «una carezza». Le suore di madre Teresa di Calcutta uccise nello Yemen. I profughi a cui vengono chiuse le porte. Alla messa mattutina a Casa Santa Marta – come riferisce Radio Vaticana - papa Francesco rammenta alcuni avvenimenti ed episodi drammatici degli ultimi tempi. Per il Pontefice, davanti a queste «valli oscure» di oggi, l’unica risposta è affidarsi a Dio; anche quando non si comprende, come davanti alla malattia rara di un bambino, bisogna gettarsi nelle mani del Signore che mai lascia solo il suo popolo. 



Francesco prende spunto dalla Prima Lettura odierna, tratta dal Libro di Daniele, per sottolineare che, anche quando ci si trova a percorrere «una valle oscura», non si deve temere alcun male. Nel brano si legge di Susanna, una donna giusta, che viene «sporcata» dal «cattivo desiderio» di due giudici, ma preferisce affidarsi a Dio e scegliere di morire innocente piuttosto che comportarsi come volevano questi uomini.



Il Signore, dice il Pontefice, sempre cammina con gli uomini, ai quali vuole bene; non li abbandona. Di qui, Francesco volge la sguardo alle tante «valli oscure» contemporanee: «Quando noi, oggi, guardiamo tante valli oscure, tante disgrazie, tanta gente che muore di fame, di guerra, tanti bambini disabili, tanti... tanti che adesso, tu chiedi ai genitori: “Ma che malattia ha?” – “Nessuno lo sa: si chiama malattia rara”. È quella che noi facciamo con le nostre cose: pensiamo ai tumori dalla Terra dei fuochi...». «Quando tu vedi tutto questo - prosegue - ma dove sta il Signore, dove sei? Tu cammini con me? Questo era il sentimento di Susanna. Anche il nostro. Tu vedi queste quattro sorelle trucidate: ma, servivano per amore, e sono finite trucidate per odio! Quando tu vedi che si chiudono le porte ai profughi e li si lasciano fuori, all’aria, con il freddo... Ma, Signore, dove sei Tu?».



«Come posso affidarmi a Te - riprende il Papa - se vedo tutte queste cose? E quando le cose succedono a me, ognuno di noi può dire: ma come mi affido a Te?». «Soltanto, a questa domanda c’è una risposta», osserva Francesco: «Non si può spiegare, no io non ne sono capace». «Perché soffre un bambino? Non so: è un mistero, per me. Soltanto, mi dà qualcosa di luce - non alla mente, all’anima - Gesù al Getsemani: “Padre, questo calice, no. Ma si faccia la Tua volontà”. Si affida alla volontà del Padre. Gesù sa che non finisce tutto, con la morte o con l’angoscia, e l’ultima parola dalla Croce: “Padre, nelle Tue mani mi affido!”, e muore così. Affidarsi a Dio, che cammina con me, che cammina con il mio popolo, che cammina con la Chiesa: e questo è un atto di fede. Io mi affido. Non so: non so perché accade questo, ma io mi affido. Tu saprai perché».



E questo «è l’insegnamento di Gesù: chi si affida al Signore che è Pastore, non manca di nulla». Anche se va per una valle oscura, soggiunge, «sa che il male è un male del momento, ma il male definitivo non ci sarà perché il Signore, “perché Tu sei con me. Il Tuo bastone e il Tuo vincastro mi danno sicurezza”». Tutto ciò «è una grazia» che occorre domandare: «Signore, insegnami ad affidarmi alle Tue mani, ad affidarmi alla Tua guida, anche nei momenti brutti, nei momenti oscuri, nel momento della morte». 

«Ci farà bene, oggi – conclude - pensare alla nostra vita, ai problemi che abbiamo e chiedere la grazia di affidarci alle mani di Dio. Pensare a tanta gente che neppure ha un’ultima carezza al momento di morire. Tre giorni fa è morto uno, qui, sulla strada, un senzatetto: è morto di freddo. In piena Roma, una città con tutte le possibilità per aiutare. Perché, Signore? Neppure una carezza... Ma io mi affido, perché Tu non deludi. Signore non ti capisco. Questa è una bella preghiera. Ma senza capire, mi affido nelle tue mani».  (Vatican Insider)

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA