fede

OGGI GESU' CONTINUA A NASCERE E MORIRE NEI QUARTIERI DEGRADATI DELLE GRANDI CITTA'

Alex Zanotelli
Pubblicato il 30-11--0001

"Venne fra i suoi, ma i suoi non lo hanno accolto”, racconta il Vangelo di Giovanni. “Non c’era posto per lui nell’alloggio”, narra il Vangelo di Luca: Gesù nasce fuori la città e morirà fuori la città. E anche oggi continua a nascere fuori, nei bassifondi, nelle periferie, nei quartieri degradati delle grandi città dove vivono gli esclusi, i rifiuti, gli avanzi e gli «scarti creati – dice papa Francesco – dalla dittatura di un’economia senza volto e senza uno scopo veramente umano». Gesù nasce fuori dalla Napoli bene, nei corpi stremati di oltre 3mila senza fissa dimora, e in buona parte napoletani. Nasce fuori nei campi Rom di Napoli e dintorni dove ne vivono almeno 4mila in situazioni di incredibile degrado. Nasce fuori nella carne viva di migliaia di profughi e migranti che vivono ai margini di questa metropoli, affrontando quotidianamente il razzismo della gente perbene. Nasce fuori negli oltre 3mila profughi morti negli ultimi mesi dello scorso anno, tentando di attraversare il Mediterraneo che è ora il Cimiterium nostrum. Nasce fuori, quando si fanno lauti guadagni (più della droga) sulla pelle di immigrati e rom, come è avvenuto a Roma e non solo. Gesù nasce fuori da questo nostro sistema economico-finanziario che permette al 20% della popolazione mondiale di consumare il 90% dei beni prodotti e permette agli 85 uomini più ricchi di possedere l’equivalente di tre miliardi e mezzo dei più poveri. E per difendere lo stile di vita di pochi spendiamo in armi quasi 5 miliardi di dollari al giorno. E con le armi facciamo guerre che stanno divorando mezzo mondo, in particolare il Medio Oriente. Per questo, come ogni anno, ho celebrato il Natale, con la messa di mezzanotte, fuori, nella stazione ferroviaria di Piazza Garibaldi a Napoli, luogo dove si ritrovano e vivono gli scarti della nostra società. Come regalo di Natale abbiamo annunciato la prossima apertura di una parte dell’Albergo dei Poveri, per i senza fissa dimora. Un momento intenso di preghiera solidale con gli impoveriti. «Signore, fà che quelli dalla pancia piena – ha pregato un marocchino – ascoltino quelli dalla pancia vuota».

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