fede

Il Grido di Pace da Assisi - Papa Giovanni Paolo II 24 gennaio 2002

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Dopo i gravissimi attentati perpetrati l’11 settembre 2001 negli Stati Uniti d'America, il Santo Padre ha espresso più volte la sua deplorazione per quegli atti terroristici e la sua preoccupazione per le conseguenze dell’azione militare in corso in Afghanistan. La Chiesa prega ed invita ad agire affinché l’amore prevalga sull’odio, la pace sulla guerra, la verità sulla menzogna, il perdono sulla vendetta.

A più di due mesi dagli attentati dell’11 settembre, la situazione è grave, la tensione altissima, diffuso il turbamento delle coscienze. Perciò il Santo Padre, il 18 novembre 2001, nel contesto della preghiera dell'Angelus Domini, ha chiesto "ai cattolici che il prossimo 14 dicembre sia vissuto come giorno di digiuno, durante il quale pregare con fervore Dio perché conceda al mondo una pace stabile, fondata sulla giustizia"1 e ha manifestato l'intenzione di "invitare i rappresentanti delle religioni del mondo a venire ad Assisi il 24 gennaio 2002 a pregare per il superamento delle contrapposizioni e per la promozione dell'autentica pace".

In conformità con l'iniziativa pastorale del Santo Padre, questa Nota intende offrire alcuni spunti di riflessione sul digiuno cristiano (giornata del 14 dicembre 2001), sulla Veglia di preghiera (23 gennaio 2002) e sul pellegrinaggio-preghiera (24 gennaio 2002) nonché alcune indicazioni pratiche perché tali giornate si svolgano fruttuosamente.

 



«DISCORSO  AI RAPPRESENTANTI DELLE VARIE RELIGIONI DEL MONDO»

1. Siamo venuti ad Assisi in pellegrinaggio di pace. Siamo qui, quali rappresentanti delle varie religioni, per interrogarci di fronte a Dio sul nostro impegno per la pace, per chiederne a Lui il dono, per testimoniare il nostro comune anelito verso un mondo più giusto e solidale. 

Vogliamo recare il nostro contributo per allontanare le nubi del terrorismo, dell’odio, dei conflitti armati, nubi che in questi ultimi mesi si sono particolarmente addensate all’orizzonte dell’umanità. Per questo vogliamo ascoltarci gli uni gli altri: già questo - lo sentiamo - è un segno di pace. C'è già in questo una risposta agli inquietanti interrogativi che ci preoccupano. Già questo serve a diradare le nebbie del sospetto e dell'incomprensione

[…]

2. Ci incontriamo ad Assisi, dove tutto parla di un singolare profeta della pace, chiamato Francesco. Egli è amato non solo dai cristiani, ma da tanti altri credenti e da gente che, pur lontana dalla religione, si riconosce negli ideali di giustizia, di riconciliazione, di pace che furono suoi.

Qui il Poverello di Assisi ci invita anzitutto ad innalzare un canto di gratitudine a Dio per tutti i suoi doni. Lodiamo Dio per la bellezza del cosmo e della terra, "giardino" meraviglioso che Egli affidò all'uomo perché lo coltivasse e lo custodisse (cfr Gn 2,15). E' bene che gli uomini ricordino di trovarsi in un'“aiuola” dell'immenso universo, creata da Dio per loro. E' importante che si rendano conto che né loro, né le questioni per cui si affannano tanto sono il "tutto". Solo Dio è "il tutto", e a Lui ciascuno dovrà, alla fine, presentarsi per rendere conto.

[…]

3. La pace! L'umanità ha bisogno della pace sempre, ma ancor più ne ha bisogno ora, dopo i tragici eventi che hanno scosso la sua fiducia e in presenza dei persistenti focolai di laceranti conflitti che tengono in apprensione il mondo. Nel Messaggio del 1°gennaio scorso, ho posto l'accento su due "pilastri" sui quali poggia la pace: l'impegno per la giustizia e la disponibilità al perdono.

Giustizia, in primo luogo, perché non ci può essere pace vera se non nel rispetto della dignità delle persone e dei popoli, dei diritti e dei doveri di ciascuno e nell’equa distribuzione di benefici ed oneri tra individui e collettività. Non si può dimenticare che situazioni di oppressione e di emarginazione sono spesso all’origine delle manifestazioni di violenza e di terrorismo. E poi anche perdono, perché la giustizia umana è esposta alla fragilità e ai limiti degli egoismi individuali e di gruppo. Solo il perdono risana le ferite dei cuori e ristabilisce in profondità i rapporti umani turbati.

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Con Francesco, il Santo che ha respirato l'aria di questi colli e percorso queste contrade, fissiamo lo sguardo sul mistero della Croce, albero di salvezza irrorato dal sangue redentore di Cristo. Dal mistero della Croce fu segnata l'esistenza del Poverello, di santa Chiara e di innumerevoli altri santi e martiri cristiani. Il loro segreto fu proprio questo segno vittorioso dell'amore sull'odio, del perdono sulla vendetta, del bene sul male. Sulle loro orme siamo invitati ad avanzare, perché la pace di Cristo diventi anelito incessante della vita del mondo.

[…]

7. Fratelli e Sorelle qui convenuti da varie parti del mondo! Tra poco ci recheremo nei luoghi previsti per invocare da Dio il dono della pace per l'intera umanità. Chiediamo che ci sia dato di riconoscere la via della pace, dei giusti rapporti con Dio e fra di noi. Chiediamo a Dio di aprire i cuori alla verità su di Lui e sull'uomo. Unico è lo scopo e medesima è l'intenzione, ma pregheremo secondo forme diverse, rispettando le altrui tradizioni religiose. Anche in questo, in fondo, c'è un messaggio: vogliamo mostrare al mondo che lo slancio sincero della preghiera non spinge alla contrapposizione e meno ancora al disprezzo dell’altro, ma piuttosto ad un costruttivo dialogo, nel quale ciascuno, senza indulgere in alcun modo al relativismo né al sincretismo, prende anzi più viva coscienza del dovere della testimonianza e dell’annuncio.  

[…]

E Assisi oggi, come il 27 ottobre del 1986, diventa nuovamente il “cuore” di una folla innumerevole che invoca la pace. […]

La pace abiti specialmente nell'animo delle nuove generazioni. Giovani del terzo millennio, giovani cristiani, giovani di tutte le religioni, chiedo a voi di essere, come Francesco d'Assisi, "sentinelle" docili e coraggiose della pace vera, fondata nella giustizia e nel perdono, nella verità e nella misericordia! 

Avanzate verso il futuro tenendo alta la fiaccola della pace. Della sua luce ha bisogno il mondo!

[…]

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