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Crisi delle vocazioni: così in Calabria i Cappuccini resistono

Gelsomino Del Guercio infooggi.it
Pubblicato il 30-11--0001

Qual è lo stato di salute del movimento francescano in Calabria? In anni in cui le notizie di conventi che chiudono e inversione di tendenza delle vocazioni, i 60 frati "calabresi" reggono questo urto con grande fatica.

Lo spiega in una intervista al portale della Conferenza Episcopale Calabra  (www.calabriaecclesia.org) padre Giovambattista Urso, per nove anni ministro provinciale dei Cappuccini della Calabria, a pochi giorni dalla conclusione del suo servizio e dal capitolo elettivo dei Cappuccini calabresi.



ASSISTENZA SPIRITUALE E AIUTO AI POVERI

Nella regione sono 12 i conventi e 60 i frati, di cui due in missione in Africa. I frati svolgono servizio di assistenza spirituale in diversi ospedali e case di cure e a Cosenza hanno dato vita a una struttura chiamata “Casa San Francesco” per l’accoglienza delle persone povere, dove ogni giorno oltre un centinaio di persone trovano un pasto caldo e un letto per dormire la notte.



"QUANTE COSE SONO CAMBIATE…"

Nell'intervista padre Urso parla di un cammino di nove anni durante i quali «tante cose sono cambiate nella realtà dei Cappuccini in Calabria. Siamo sempre più pochi e sempre più anziani. Basti pensare che in nove anni abbiamo avuto solo dieci professioni perpetue di cui solo otto sacerdoti. Non si può negare la realtà: le risorse umane sono poche e le sfide da affrontare tante».



"LA GENTE HA BISOGNO DI DIO"

Perché il paradosso è che mentre calano le vocazioni, dall'altro lato ci sono maggiori "richieste dei fede" ai frati. «Penso in primo luogo alle tante persone che hanno bisogno di Dio, che vorrebbero avviare dei dialoghi spirituali, parlare di Dio: facciamo il massimo, ma siamo pochi. Inoltre in questi anni sono cambiate e aumentate le richieste a noi frati da parte dei vescovi e delle diocesi». 



IL CENTRO DI CHIARAVALLE

Di fronte alla diminuzione delle vocazioni è stato aperto un Centro di accoglienza a Chiaravalle, per dare la possibilità ai giovani di vivere per qualche mese l’esperienza della vita fraterna, e la pastorale vocazione francescana itinerante, per aiutare i giovani a capire la propria vocazione nella vita. Un buon argine contro la crisi? Vedremo.

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