fede

Cardinale Penitenziere: mettere al centro il sacramento della confessione

Andrea Tornielli
Pubblicato il 30-11--0001

«In un contesto che nega Cristo, è urgente riaffermare la verità dell’incarnazione e l’unicità del valore salvifico della croce». Lo ha detto questo pomeriggio il cardinale Mauro Piacenza, nella lectio magistralis con la quale ha aperto il XXVII Corso sul Foro Interno, al palazzo della Cancelleria. Il Penitenziere Maggiore ha ripetuto l’invito contenuto nella bolla papale di indizione del Giubileo straordinario della misericordia: «Poniamo al centro con convinzione il Sacramento della Riconciliazione». Un «grido - lo ha definito Piacenza - rivelatore di un pensiero, di un giudizio su questo mondo e sulla missione della Chiesa».

L’annuncio della Chiesa, ha aggiunto il porporato, che indica «presente nel mondo l’Agnello di Dio, costituisce il più potente “antidoto” al veleno del serpente antico, il menzognero». Oggi, ha continuato, «la menzogna del principe di questo mondo tenta di rovesciare questo annuncio in ogni sua parte: l’Agnello, il mondo e il peccato».


Innanzitutto con una «riduzione “moralistica” dell’annuncio cristiano, che lo vorrebbe privare della sua pretesa veritativa, per confinarlo nei limiti, innocui, di un codice etico, che non può avere alcuna reale incidenza sul cuore dell’uomo, fatto per l’Essere prima che per il dover-essere».



In secondo luogo, con una «canonizzazione del mondo», perché «il tentatore vorrebbe anzitutto presentare “questo” mondo, ostile a Cristo, come il migliore, o comunque come l’unico possibile. Ogni altro sguardo sul mondo, nella misura in cui si spingesse “oltre” la soglia del privato e del particolare, sarebbe considerato per sua natura “violento” e, quindi, inaccettabile. È la dittatura del pensiero unico, così lontano dal pensiero comune di matrice cristiana!».



In terzo luogo, con la «normalizzazione del peccato». Il «menzognero», afferma Piacenza, «tenta di negare il peccato, perché si assopisca nel cuore dell’uomo l’invocazione della salvezza». Bisogna però considerare, osserva ancora il cardinale, «che non è mai possibile “negare” il peccato nella sua totalità, poiché esso rappresenta un’esperienza dolorosa e universale. Il tentatore, allora, cerca di concentrare l’attenzione dell’uomo soltanto su “alcune” specie di male, le ripugnanti agli occhi dell’opinione pubblica».



«In un contesto che nega Cristo - spiega Piacenza - è urgente riaffermare la verità dell’Incarnazione e l’unicità del valore salvifico della Croce. In un contesto che canonizza il mondo, è necessario riscoprire l’irriducibile differenza giovannea tra Chiesa e mondo, nella umile e lucida accettazione del fatto, che “gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce”. Di fronte alla menzogna riguardo al peccato, emerge l’esigenza di educare gli uomini a chiamare le cose con il proprio nome, senza ambiguità».



Ecco dunque la necessità di «ritornare ad affermare Cristo» cioè «riscoprire l’essenziale dell’annuncio evangelico». E anche la necessità di una «ripresa dell’umano». «La storia ci insegna che chi difende Dio difende l’uomo e chi difende l’uomo difende Dio. Non saranno i perfetti ragionamenti teologici, anche corretti dottrinalmente e fedeli al dato rivelato, a convincere; soprattutto se non saranno sostenuti dall’evidenza di uno sguardo nuovo sulla realtà e di un’umanità cambiata da quelle stesse verità».



«A chi nega Cristo e l’efficacia salvifica dell’Agnello immolato - ha concluso il cardinale Penitenziere - rispondiamo con il recupero dell’annuncio del Salvatore e dell’unico culto salvifico, che portano con sé il recupero dell’umano. A chi nega la possibilità di un mondo diverso, invitando a rassegnarsi a questo, rispondiamo guardando al Crocifisso, vero mondo nuovo realizzato. A chi vorrebbe normalizzare il peccato, rispondiamo rimettendo al centro il sacramento della confessione. Nel sacramento della Confessione è sconfitta quella radicale solitudine che l’uomo prova nel suo peccato, che l’uomo vive in un mondo falsamente perfetto, che l’uomo vive ogni qual volta Cristo è negato». (Vatican Insider)

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA