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Terremoto in Nepal, non ci sono più possibilità di trovare superstiti

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Ad una settimana dal violento sisma, il Nepal e' ancora in piena emergenza sia per quanto riguarda i soccorsi che per la distribuzione degli aiuti umanitari a circa 2,8 milioni di terremotati. Anche oggi il bilancio e' aumentato superando le 7 mila vittime, tra cui 54 stranieri. C'e' la possibilita' che possa raggiungere le 10 mila come stimato alcuni giorni fa dal governo. Ma nessuno si azzarda ancora a quantificare il numero dei dispersi. Diverse zone al di fuori della valle di Kathmandu sono raggiungibili soltanto con gli elicotteri.

Tra coloro che mancano all'appello ci sono anche un numero imprecisato di stranieri. Stasera il portavoce della delegazione dell'Unione Europea, Ambar Mainali, ha detto all'ANSA che le ambasciate europee sono 'freneticamente' al lavoro per rintracciare i propri cittadini, ma non ha precisato di quanti non si hanno ancora contatti. Venerdì era circolata la stima di mille europei non rintracciati, ma "questa cifra e' diminuita'.

E' probabile che neppure le autorita' di Bruxelles abbiano una situazione chiara del disastro. Per quanto riguarda gli italiani, sono ancora in corso le verifiche da parte dell'Unità di crisi della Farnesina, dislocata a Kathmandu, per rintracciare gli ultimi due turisti di cui non si hanno notizie. Altri trekkers, intanto, sono giunti a Kathmandu e sono in attesa di rientrare in Italia. Piu' preoccupante e' la situazione dei francesi in quanto sono ancora 135 i cittadini di cui non si hanno notizie dal giorno del terremoto. Lo riferisce un tweet del ministero degli Esteri francese, aggiungendo che "tre sono morti, un quarto è presunto disperso". Le autorita' nepalesi sono ormai convinte che non ci sia piu' alcuna possibilità di trovare superstiti. Un portavoce del ministero degli Interni, Laxmi Dhakal, ha detto che "sarebbe un miracolo se qualcuno fosse ancora vivo". Ma nonostante le speranze siano ridotte al minimo, per ora non e' ancora stata dichiarata la fine delle ricerche, anche se alcuni team internazionali sono gia' partiti.

Per quanto riguarda la distribuzione degli aiuti umanitari internazionali continuano a infuriare le polemiche. Le autorita' nepalesi sono state accusate di applicare dei dazi doganali ad alcuni articoli. Purtroppo la disorganizzazione del governo ha causato ritardi anche al dispiegamento dell'ospedale da campo della Protezione civile italiano che soltanto oggi ha ricevuto la destinazione. E' previsto che il team di 36 medici e vigili del fuoco partira' domani mattina insieme al materiale per una localita' a circa 100 km dalla capitale. Il governo di Kathmandu, intanto, ha rinnovato un appello per circa 400 mila tende per i senza tetto che sono quasi mezzo milione e per generi di prima necessita' come farina, zucchero e sale. Tra poche settimane iniziera' la stagione monsonica e quindi occorre fare in fretta per offrire un riparo agli sfollati. Finora la comunita' internazionale ha risposto con lo stanziamento di circa 68 milioni di dollari. E' quanto si legge in un nota diffusa dal commissario europeo per gli Aiuti umanitari Christos Stylianides e del sottosegretario generale per gli Affari umanitari dell'Onu Valerie Amos, al termine della loro visita sul terreno. In particolare, tre milioni di euro sono stati stanziati dalla Commissione Ue in risposta alle emergenze più immediate. Altri 25 milioni da Stati dell'Unione.

Niente scalate sull'Everest - A causa delle valanghe causate dal terremoto di sabato in Nepal, per il secondo anno consecutivo non ci saranno scalate sull'Everest. Le agenzie che organizzano le spedizioni hanno detto che gli alpinisti e gli sherpa hanno ormai lasciato il versante nepalese della montagna, dopo le slavine che hanno colpito il campo base causando 18 vittime. La 'finestra' di beltempo, ideale per raggiungere la cima, e' quest'anno tra il 10 e 12 maggio e ora e' ormai troppo tardi per tentare la scalata. Lo scorso anno la stagione era stata cancellata a causa di una valanga che aveva ucciso 16 sherpa nepalesi, incaricati di attrezzare una via su un ghiacciaio. Nonostante la tragedia, team di alpinisti da tutto il mondo erano tornati in Nepal approfittando dell'estensione della validita' dei costosi permessi. (Ansa)

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