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Siria: mons. Hindo (Hassaké), siamo circondati e non arrivano neanche gli aiuti

Redazione online Ansa - US ACS Italia
Pubblicato il 30-11--0001

Una città sotto assedio, piagata dai combattimenti, circondata da ogni parte, dove il poco cibo a disposizione ha un prezzo inaccessibile per la popolazione. È la città di Hassaké, in Siria come la racconta – secondo quanto riporta Aiuto alla Chiesa che soffre – monsignor Jacques Behnan Hindo, arcivescovo siro-cattolico di Hassaké-Nisibi, arcidiocesi che comprende Raqqa, la capitale dello Stato Islamico.

“Ora la situazione è più tranquilla, ma fino a qualche giorno fa non potevamo uscire di casa”, riferisce il presule raccontando i lunghi giorni di combattimenti tra gli eserciti curdo e siriano iniziati il 16 agosto scorso. “Gli scontri hanno colpito anche l’arcivescovado. Un colpo di mortaio è arrivato ad appena 40 centimetri da me”. Pur non rappresentando al momento una minaccia diretta, gli uomini di al-Baghdadi impediscono l’arrivo di aiuti umanitari e beni di prima necessità.

“Siamo circondati – afferma il presule -. A Nord il confine con la Turchia è chiuso, a Est ci sono l’Isis e i curdi, a Ovest e a Sud ancora lo Stato islamico. Niente passa di lì, tutto giunge in aereo. Stanno arrivando dei carichi di cibo ma non basteranno neanche per il 5% della popolazione che qui conta un milione e 200mila persone”. I pochi rifornimenti, che riescono a raggiungere Hassaké e Qamishli via terra, devono pagare una “tassa” allo Stato islamico, ma spesso gli estorsori non si accontentano. “Una volta su cinque si impadroniscono comunque di tutto. Tra poco cercherò di far giungere un generatore elettrico che ho acquistato da Aleppo. Mi sono stati chiesti 2 milioni di lire siriane. Ma neanche se pagassi quella somma sarei sicuro di riceverlo”. (Agensir)

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