PRETE, ANCHE SOLO PER UN GIORNO

Redazione
Pubblicato il 30-11--0001

la storia di don salvatore mellone, della sua malattia e del grandissimo desiderio di diventare sacerdote

Tutto comincia a giugno del 2014, quando una diagnosi infausta ci aprì le porte di un cammino difficile che mai avremmo pensato di percorrere. Dopo alcuni accertamenti viene diagnosticata a Salvatore una neoplasia all'esofago, una delle più aggressive e spietate, non operabile ma, per quello che fu possibile, curabile con il classico protocollo oncologico della chemioterapia.

 Qualche giorno dopo, nel consulto medico le parole del professore curante furono chiare: “Salvatore sei in un tunnel! Percorrerai questo tunnel nella speranza di vedere la luce”. Queste parole non lo spaventarono, tanto che uscendo dal Policlinco di Bari ci disse: “Io non sono nel buio di un tunnel perché ho la Luce di Dio con me”. Tornammo a casa e cominciò il protocollo oncologico, ogni 21 giorni una seduta di chemio lunga quasi 10 ore. A luglio il nostro padre arcivescovo, Giovan Battista Pichierri, lo rassicurò dicendogli che niente sarebbe cambiato per il suo percorso vocazionale e che avrebbe continuato il terzo anno di formazione a casa, con il suo aiuto.

Tra alti e bassi tutto proseguì regolarmente fino a fine marzo, quando un aggravamento portò i medici a sospendergli le sedute di chemio, mai più riprese. Con il nostro racconto, piano piano, ci avviciniamo al periodo più difficile ma al tempo stesso più bello e ricco di grazia per lui e per tutti noi: l'ordinazione presbiterale. Dopo Pasqua maturò in Salvatore la necessità-desiderio, di chiedere l'ordinazione. Parliamo di "necessità" perché essere sacerdote non era un sogno come molti sostenevano, ma per lui essere sacerdote equivaleva a respirare. Essere sacerdote significava per lui realizzare in pieno il progetto di Dio nella sua vita. La mattina dell'11 aprile al telefono con l'Arcivescovo chiese di poter essere ordinato presbitero e aggiunse che indossare per un solo giorno la stola sarebbe stato per lui una gioia infinita. Si sentiva portato sulle spalle da Cristo, suo buon pastore. Dal 16 aprile la sua vita fu sublimata dal sacerdozio, un sacerdozio vissuto nell'offerta quotidiana per gli i ammalati e i sacerdoti. Ripeteva sempre: “amate i sacerdoti, aiutateli e sosteneteli con la preghiera e la vicinanza”. Il suo cuore batteva forte per tutti gli ammalati conosciuti e non. Salvatore ha affrontato gli ultimi instanti della sua vita terrena, accogliendo la sofferenza, offrendola, e sereno che Dio lo aspettava.

Il 29 giugno, giorno di san Pietro e san Paolo, mentre recitavamo la coroncina della Divina Misericordia, Salvatore è volato in cielo. I doni che Salvatore ci sta riservando sono tanti. Dopo pochi giorni dalla sua nascita al Cielo, il nostro Arcivescovo ha istituito una commissione dal nome "Scritti e Testimonianza don Salvatore Mellone". Abbiamo ricevuto anche lettere, mail e messaggi da tutto il mondo, segno che la storia ha colpito tantissimi, anche i più lontani da Dio. Se la sua testimonianza di vita è servita a portare anche una sola persona a Dio, non è vana.

 Ci siamo dilungati, ma Salvatore ci ha lasciato un patrimonio immenso di storie e di vita. Conserviamo nel nostro cuore le sue omelie, brevi ma cariche di significato, che hanno toccato il cuore dei nostri sacerdoti e non solo. Salutiamo la redazione, il Custode fra Mauro Gambetti e tutta la comunità del Sacro Convento e vi diciamo che Francesco d'Assisi è stato fondamentale per la nostra crescita umana e spirituale, la vocazione di Salvatore passa anche da quei luoghi santi francescani. Il Signore vi dia pace Famiglia Mellone (Giuseppe, Filomena, Adele)

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