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Papa, messa tra i migranti e 'camminerà' sulla barriera che separa dagli Usa

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

E' l'ultimo giorno del suo dodicesimo viaggio apostolico. Papa Francesco torna a Roma, domani, lasciando stasera Ciudad Juarez. La città nella parte la settentrionale del Paese separata dagli Stati Uniti solo da una barriera, sottile ma potente.

Un confine eretto dall'amministrazione nord-americana per fermare il flusso di migranti sud-americani. La città texana di El Paso, 3 milioni di abitanti, si trova a 25 chilometri di auto, per arrivarci bisogna attraversare il fiume Rio Grande. E' lì che Francesco celebrerà la messa.

Ci passerà accanto. Francesco camminerà "vicino al confine in rete metallica", ha spiegato padre Lombardi, si avvicinerà "per salutare" chi è passato dall'altra parte. Il palco della messa nell'area fieristica della città si trova a 80 metri dalla frontiera. "Prevediamo che dall'altra parte ci siano decine di migliaia di persone a El Paso", mentre sul lato messicano si attendono fino a 200 mila persone più altre 30 mila nello stadio Benito Juàrez. In questa zona i flussi migratori dal Messico verso gli Stati Uniti sono intensissimi: la popolazione messicana negli Usa supera i 30 milioni.

Prima però Bergoglio incontrerà i detenuti nel penitenziario di Cereso, 700 persone, subito dopo il mondo del lavoro (a Chihuahua) e infine celebrerà con i migranti nell'area fieristica della città, a ridosso del muro costruito sulla frontiera. Il Papa, ha ricordato il portavoce vaticano Federico Lombardi, "aveva pensato di entrare negli Stati Uniti dal Messico". Così come'era entrato negli Stati Uniti passando da Cuba. "Teneva molto alla sua presenza nel confine", ha spiegato. E Ciudad Juarez è un "luogo estremamente rappresentativo delle problematiche sociali e umane del Messico, e di tutto il continente".




Il muro tra Stati Uniti e Messico è il più lungo al mondo. Parte dal punto più occidentale del confine, i primi piloni spuntano nell'Oceano, dividendo la città di San Diego e di Tijuana, per poi proseguire verso Est, allungandosi tra El Paso e Ciudad Juarez. Ed è ancora in costruzione: lo scopo è coprire tutto il confine (3140 chilometri). L'altezza varia dai 4 ai trenta metri.

Fu eretto, a cominciare dal 1994, con le eccedenze militari della Guerra del Golfo, impiegando, in particolar modo, delle lamiere ondulate per piste di atterraggio. Si presenta con due barriere parallele tra le quali scorre la strada di ronda pattugliata dalla Border patrol. Può capitare che dalla parte messicana ci sia un fossato. Ogni anno, 500 mila messicani senza documenti o con documenti falsi cercano di passare il confine e solo un quarto viene individuato e fermato. Ogni anno, si contano 400 morti, soprattutto nel deserto, ricordati con centinaia di croci affisse sul lato messicano di quello che è stato ribattezzato "muro dell'umiliazione".


Alla messa del pomeriggio saranno presenti "diversi gruppi" di persone vittime di violenze. Come i familiari dei 43 studenti messicani spariti diversi mesi fa, e più volte citati dal Papa, in una faida connessa col narcotraffico.

Il programma. Alle 10:30 (18:30 in Italia) la visita al locale penitenziario dove si trovano tremila detenuti, il Pontefice ne incontrerà 700 nella cappella. A mezzogiorno (20) l'incontro con il mondo del lavoro al Colegio de Bachilleres dello stato di Chihuahua, dove sarà presente anche una delegazione dei "movimenti popolari" già visti dal Papa sia in Bolivia che in Vaticano. Infine il passaggio di Bergoglio verso il confine con gli Stati Uniti e alle 16 (mezzanotte), messa nell'area fieristica di Ciudad Juarez. Il Papa partirà alle 19:15 (3:15) per tornare a Roma, dove l'aereo atterrerà alle 14:45 a Ciampino. (Katia Riccardi - Repubblica)

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