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Munizioni per Kobane: gli Usa armano i curdi. Tensioni Obama-Erdogan

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Gli Usa hanno lanciato armi, munizioni e attrezzature mediche ai curdi siriani, assediati a Kobane, città contesa al confine tra Siria e Turchia. Lo ha reso noto il comando americano per il Medio Oriente e l’Asia Centrale. È la prima volta che gli Usa lanciano materiale ai combattenti curdi nella città e la decisione ha creato qualche tensione con il governo di Ankara. Ventiquattr’ore prima il presidente turco Erdogan aveva infatti ribadito l’intenzione di non armare i peshmerga curdi, accusando il principale partito curdo in Siria, il Pyd, e la sua armata, Ypg, di essere «un’organizzazione terroristica». 

Gli Usa hanno preavvisato la Turchia dell’intenzione di consegnare armi ai curdi siriani, ai quali il governo di Ankara guarda con molta diffidenza per via dei loro legami con i curdi turchi. Sulla spinosa questione, il presidente Usa, Barack Obama, ha telefonato sabato al collega turco, Recep Tayyip Erdogan, e gli ha comunicato i piani americani. «Comprendiamo le preoccupazioni turche, ha aggiunto un portavoce dell’amministrazione americana, ma lo Stato islamico è un «nemico comune» di Usa e Turchia. 

Intanto, gli Usa continuano la battaglia contro le forze del Califfato. Gli ultimi raid aerei statunitensi hanno colpito la regione di al Anbar, una delle roccaforti dei johadisti in Iraq. E poi gli aiuti per il Ypg: un cargo C-130 ha effettuato diversi lanci di attrezzature di materiale per permettere agli assediati di resistere all’offensiva dello Stato Islamico contro la città.  

Il comando centrale americano, Us Centcom, ha aggiunto che i 135 attacchi aerei effettuati vicino Kobane nei giorni scorsi, combinati con la resistenza dei curdi sul terreno, hanno rallentato l’avanzata dei gruppo terroristico verso la città. «Tuttavia la situazione della sicurezza a Kobane rimane precaria, perché l’Isis continua minacciare la città e i curdi a resistere», si legge ancora nel comunicato diffuso da Us Centcom. Poco più tardi anche un portavoce delle forze curde a Kobane ha confermato che «una larga quantità di munizioni ed armi» ha raggiunto i combattenti. 

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