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Jihad e Ucraina, in Galles un vertice Nato blindato

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Renzi: Da Putin servono fatti, basta parole

È iniziato a Newport, in Galles, il vertice Nato in cui i leader dell’Alleanza Atlantica dovranno prendere provvedimenti per far fronte comune sui due temi caldi di questi mesi: il conflitto tra Russia e Ucraina e le nuove minacce poste dai jihadisti dell’Isis in Iraq e in Siria. 

I lavori in programma per i due giorni di summit si aprono sotto il monito del segretario della Nato Anders Fogh Rasmussen, che ha parlato dell’intervento russo in Ucraina come della più grande minaccia alla sicurezza dalla Guerra Fredda. Il summit di due giorni è stato anticipato da un incontro preparatorio con il presidente ucraino Petro Poroshenko. I leader di Stati Uniti, Francia, Italia e Germania hanno visto il presidente ucraino prima dell’inizio del vertice per dare un chiaro segno di sostegno dell’Alleanza a Kiev. 

L’ACCORDO PUTIN-POROSHENKO 

Poroshenko ha illustrato ai leader gli ultimi sviluppi nei negoziati con Vladimir Putin per il cessate il fuoco. Ieri, infatti, alla vigilia della riunione Ue sulle sanzioni contro la Russia, il presidente ucraino e quello russo avevano annunciato a sorpresa di aver trovato un accordo per il cessate il fuoco nell’Ucraina orientale, che entrambi sperano si concretizzi venerdì a Minsk nel meeting del gruppo di contatto Osce-Russia-Ucraina-ribelli. Un’intesa accolta con prudenza dalla Ue e da Obama, sbarcato ieri a Tallin per rassicurare gli Stati baltici contro l’atteggiamento aggressivo del Cremlino. Apertamente scettico sull’accordo il premier ucraino Iatseniuk, che ha rilanciato annunciando la costruzione di un muro sul confine con la Russia. Di tutt’altro avviso le borse principali, compresa quella di Mosca, che hanno chiuso in positivo sulla spinta dell’accordo annunciato.



RENZI: “BASTA PAROLE, DA PUTIN SERVONO FATTI” 

Durante l’incontro con Poroshenko il premier italiano Matteo Renzi ha ribadito che «gli sforzi per raggiungere un cessate il fuoco devono essere sostenuti con forza. C’è una priorità umanitaria da indirizzare. Spero che un effettivo e durevole cessate il fuoco possa realizzarsi presto sulla base dei colloqui del presidente Poroshenko con il presidente Putin. Putin, dal canto suo, deve portare fatti e non parole». Renzi ha ribadito che «la Nato ha un ruolo da svolgere nell’aiutare a raggiungere una soluzione politica» nel dare un «supporto concreto» a Kiev ma al tempo stesso «dobbiamo evitare che la Nato sia percepita come «un ulteriore fattore conflittuale». 



OBAMA-CAMERON: ALLEATI SIANO UNITI CONTRO MOSCA 

In un comunicato congiunto pubblicato sul quotidiano The Times, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama e il premier britannico David Cameron hanno chiesto agli alleati di rimanere uniti a sostegno di Kiev contro Mosca: «La Russia - scrivono i due leader - ha violato le convenzioni con l’annessione illegale e unilaterale della Crimea e le sue truppe sul suolo ucraino che minacciano e minano la sovranità dello Stato nazionale». Obama e Cameron hanno chiesto inoltre di «sostenere il diritto dell’Ucraina a determinare il suo futuro democratico». 



RASMUSSEN: «PRONTI A INTERVENIRE IN IRAQ» 

La Nato «non ha ricevuto alcuna richiesta di impegno» in Iraq, ma «sono sicuro che se il governo iracheno presentasse una richiesta di assistenza della Nato, gli alleati la valuterebbero seriamente». Lo ha detto il segretario generale dell’Alleanza Atlantica Anders Fogh Rassmussen.



LA MINACCIA JIHADISTA 

Nell’intervento di Obama e Cameron sul The Times si legge che Washington e Londra «non cederanno mai nella loro determinazione ad affrontare» gli estremisti dello Stato islamico attivi in Iraq e Siria che hanno ucciso due ostaggi americani e minacciato di uccidere un cittadino britannico. «Se i terroristi pensano che noi cederemo di fronte alle loro minacce, non possono sbagliarsi di più. Paesi come la Gran Bretagna e gli Stati Uniti non si lasceranno intimidire da barbari assassini», concludono. Nel comunicato pubblicato, infine, Obama e Cameron hanno richiamato i membri della Nato a rispettare l’obiettivo di impegnare il 2% del loro Pil per le spese militari, al fine di mostrare che «la nostra risolutezza collettiva è più forte che mai».   (La Stampa)

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