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Isis, la lista segreta del Pentagono

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Il Pentagono ha preparato una lista di capi e quadri dell’Isis da eliminare. L’elenco - definito «segreto» dalla Cnn - si apre ovviamente con il nome del Califfo, Abu Bakr al Baghdadi, il bersaglio più alto ma anche il più difficile da raggiungere.


Abu Bakr al Baghdadi

Il leader è cauto nei movimenti, non si mostra mai in pubblico - se non in rarissime occasioni - ed è anche attento nella diffusione dei messaggio audio-video. Vive e si muove all’interno di una «bolla» protetta da fedelissimi che deve nascondere i suoi spostamenti ma anche parare lo spionaggio elettronico statunitense.


Il «luogotenenti» del Califfo

Sempre secondo le fonti citate dalla rete tv nella linea di tiro ci sono i luogotenenti del Califfo, alcuni dei quali hanno militato nelle forze di Saddam ed hanno plasmato l’Isis sotto il profilo bellico. Un movimento che mette insieme terrorismo, guerriglia e attività tipiche di un esercito. Altri target sono rappresentati dai facilitatori, ossia elementi che aiutano la fazione ad espandersi, così come i responsabili locali. La struttura orizzontale dello Stato Islamico, con l’ampia autonomia concessa dai vertici ai «colonnelli» permette comunque di incassare i colpi e sostituire i caduti.


Jihadi John e gli altri «boia»

Quindi droni e caccia, con l’aiuto dell’intelligence, sono sempre sulle tracce di Jihadi John, il presunto esecutore di un buon numero di ostaggi in Siria. Una ricerca iniziata con le prime esecuzioni ma che non ha dato ancora risultati. In queste settimane si è molto speculato sull’identità del killer - probabilmente arrivato dalla Gran Bretagna - e di altri elementi coinvolti negli episodi più efferati. Tra loro vi sarebbero anche alcuni jihadisti d’origine portoghese ma cresciuti a Londra. Una «categoria», quella dei boia, che rischia di allargarsi. Non si esclude che il terrorista coinvolto nella decapitazione dei 21 copti a Sirte possa essere un americano. Un conto aperto con i tagliagole lo ha anche la Giordania. Nuove indiscrezioni sostengono che Amman ha mobilitato la sua intelligence per scoprire ed uccidere i militanti coinvolti nel barbaro omicidio del pilota. Gli agenti giordani collaborano con alcuni clan tribali che vivono nelle zone sunnite, informatori in grado di muoversi con maggiore agilità nel Califfato. Che ovviamente non sta a guardare: l’attività di controspionaggio è molto aggressiva, non pochi hanno fatto una brutta fine solo perché sospettati di tradimento. (Corriere)

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