esteri

Papa - Kirill, frutti di pace per le Chiese e per il mondo intero

Marco Impagliazzo
Pubblicato il 30-11--0001

Si è parlato di un incontro storico. E lo è davvero il faccia a faccia a Cuba tra Papa Francesco e il patriarca russo Kirill. Perché cambierà non solo i rapporti tra le due più importanti Chiese cristiane, ma anche tra i cristiani e il mondo. Tre elementi importanti sono dietro a questo evento ecumenico.

Prima di tutto i conflitti in corso, a partire dal Medio Oriente.
Il Papa, modificando un’espressione che lui stesso aveva coniato, ha spiegato in questi giorni che ormai è diventata “una guerra mondiale vera” e non più “a pezzetti”, una tragedia per l’umanità di fronte a cui i cristiani devono essere più uniti per la pace.

Poi c’è la grande questione del “martirio dei cristiani”, costretti in tanti a lasciare terre abitate da millenni, o privati della libertà religiosa.
Le divisioni tra Chiese, di fronte a questa drammatica “questione”, sembrano veramente da doversi superare.

Poi la grande questione ambientale che interessa da vicino sia Mosca che Roma, dopo l’impatto dall’enciclica Laudato Si’. Francesco e Kirill hanno sentito che si doveva partire da queste urgenze per costruire una comunione più forte. Sullo sfondo c’è anche il Concilio panortodosso fissato per il prossimo giugno a Creta, che potrebbe aver suggerito al patriarca di Mosca l’accelerazione dell’incontro con il papa di Roma. Si aspettano da Cuba frutti di pace per le Chiese e per il mondo intero e un nuovo slancio verso i cristiani perseguitati.

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