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Dai Cavalieri di Colombo gli aiuti per i cristiani del Medio Oriente

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

I Cavalieri di Colombo hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione di raccolta fondi per gli aiuti umanitari destinati ai cristiani in Medio Oriente, perché i cristiani sono più perseguitati oggi che «mai nella loro storia», ha annunciato il cavaliere supremo, Carl Anderson, aprendo la loro convention  internazionale che si svolge da ieri a giovedì a Philadelphia, negli Stati Uniti.

«I cristiani del Medio Oriente stanno affrontando una situazione terribile, rischiano anche l’estinzione, mentre la risposta della comunità internazionale è deplorevolmente inadeguata», ha dichiarato il cavaliere supremo di Colombo, Carl Anderson. «Papa Francesco ha fatto appello alla comunità internazionale affinché agisca per aiutare i cristiani del Medio Oriente e, come organizzazione che ha a lungo sostenuto le vittime delle persecuzioni religiose, i Cavalieri di Colombo stanno rispondendo domandando ai propri membri, e all’opinione pubblica tutta, di aiutare a salvare la vita di queste persone perseguitate per il solo motivo di essere di fede cristiana». In particolare, «in Siria 700mila cristiani sono sfollati» da quando sono iniziati gli attacchi dell’autoproclamato Stato islamico, 125mila cristiani hanno lasciato la città irachena di Mosul e il 70 per cento dei cristiani dell’Iraq hanno lasciato il paese dal 2003.

I Cavalieri di Colombo, l’organizzazione cattolica fraternalistica più grande al mondo con 1,9 milioni di membri tra gli Stati Uniti ed altri paesi, nonché uno dei gruppi assicurativi più grandi degli Usa, hanno già donato tre milioni di euro in aiuti umanitari ai cristiani e ad altre minoranze perseguitate in Medio Oriente. Ora aumentano questo impegno con una campagna nazionale tesa a sensibilizzare l’opinione pubblica e a raccogliere fondi per questa causa.

Tra le altre iniziative, verrà trasmessa sulle televisioni degli Stati Uniti una pubblicità che inizia dalla drammatica situazione irachena: «Per oltre duemila anni i cristiani hanno chiamato Mosul “casa”. Ora non ne è rimasto uno». La pubblicità, visibile anche su youtube , viene lanciata contestualmente al nuovo sito ChristiansAtRisk.org teso alla raccolta di fondi. I Cavalieri di Colombo non hanno fissato una cifra da raggiungere né hanno deciso quanto durerà questa campagna, ha spiegato Anderson in una conferenza stampa. Le donazioni saranno usate per lo più per fornire abitazioni, educazione e servizi medici a favore dei rifugiati cristiani, e Anderson, in risposta ad una domanda, ha spiegato che nel corso del tempo l’organizzazione potrebbe espandere i propri aiuti a musulmani e ad altre minoranze religiose colpite dal terrorismo dell’Isis. A Philadelphia, con i duemila delegati, erano presenti gli arcivescovi di Aleppo (Siria), Jean-Clement Jeanbart, e Erbil (Iraq), Bashar Matti Warda. «La mia gente è spaventata», ha detto Jeanbart. «E’ una situazione molto pericolosa», ha ribadito Warda.

Nell’impegnarsi a favore dei cristiani perseguitati in Medio Oriente, i Cavalieri di Colombo sottolineano, in una nota, come la questione sia stata affrontata anche dal New York Times magazine che, nell’edizione dello scorso 26 luglio, si è domandato: «E’ la fine del cristianesimo nel Medio Oriente?».

Gli Knights of Columbus hanno avviato un fondo per il soccorso ai rifugiati cristiani mediorientali ad agosto dell’anno scorso con una prima raccolta, ottenuta velocemente tra i propri membri e grazie ad altre donazioni, di un milione di dollari. Tra gli interventi compiuti: le abitazioni per rifugiati e sfollati e il sostegno alle strutture sanitarie. Tra le emergenze per le quali i Cavalieri di Colombo sono intervenuti finanziando le attività umanitarie negli anni passati vanno ricordati gli attacchi terroristici dell’11 settembre, il tifone del 2013 nelle Filippine, gli uragani Katrina e Sandy, l’alluvione in Messico e gli tsunami in Indonesia e Giappone. Quanto al sostegno alle vittime di persecuzione religiosa, l’organizzazione creò un fondo già negli anni Venti a favore dei cattolici messicani. Nel 2014, in generale, i Cavalieri di Colombo hanno donato 198 milioni di dollari e 290mila ore di volontariato.

Il Papa ha fatto pervenire alla convention un suo messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. «Sua Santità Papa Francesco è stato informato che dal quattro al sei agosto 2015 ha luogo la 133esima suprema convenzione dei Cavalieri di Colombo a Philadelhpia, Pennsylvania. Mi ha chiesto di farvi arrivare i suoi cordiali auguri a tutti i presenti, insieme alla assicurazione della sua vicinanza nella preghiera. Mentre si prepara a visitare Philadelphia il mese prossimo per l’ottavo incontro mondiale delle famiglie, il santo Padre esprime profondo apprezzamento per la costante pubblica testimonianza che il vostro ordine ha portato alla nostra comprensione Cristiana del matrimonio e della famiglia. Elevato dal Salvatore alla dignità di sacramento, il matrimonio è, nel piano del Creatore, una istituzione naturale, un patto di amore e fedeltà tra un uomo e una donna, testo alla loro perfezione e santificazione, a al futuro della nostra famiglia umana. Oggi, mentre l’istituzione del matrimonio è sotto attacco da potenti forze culturali, i fedeli sono chiamati a testimoniare questa basilare fede biblica e legge naturale, che è essenziale all’ordine saggio e giusto della società. Nell’affrontare le sfide morali, sociali e politiche del tempo presente, è richiesta loro grande saggezza e perseveranza, “la costanza dei santi, che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù” (apocalisse, 14.12). Per questa ragione, Sua Santità confida che il tema della convenzione di quest’anno – dotati dal Creatore con vita e libertà – porterà l’attenzione al dovere dei cattolici americani, proprio come cittadini responsabili, per contribuire ad una difesa ragionevole di quelle libertà sulle quali la loro nazione è stata fondata. La pietra d’angolo di queste libertà è la libertà religiosa, intesa non semplicemente come libertà del culto che uno sceglie, ma anche, per le persone e le istituzioni, la libertà di parlare e agire in accordo con ciò che stabilisce la loro coscienza. Nella misura in cui questa libertà è minacciata, da invasive politiche pubbliche o dalla crescente influenza di una cultura che pone presunti diritti personali al di sopra del bene comune, c’è bisogno di una mobilitazione delle coscienze da parte di tutti quei cittadini che, a prescindere dal partito o dal credo, sono preoccupati per il benessere complessivo della società.

«E’ speranza del Santo Padre – conclude il messaggio - che il programma di catechesi e preghiera che i Cavalieri hanno inaugurato in vista del prossimo sinodo sulla famiglia e dell’incontro mondiale delle famiglie contribuirà in modo significativo a questa testimonianza profetica. La protezione della libertà religiosa deve impegnare le coscienze dei credenti a livello globale in risposta agli attacchi contro le comunità minoritarie, per lo più cristiani, in varie parti del mondo. Sua Santità è profondamente grato per gli sforzi dei Cavalieri nell’attirare l’attenzione pubblica sulle gravi tragedie umanitarie. E’ anche grato per la solidarietà pratica alle persone e alle famiglie che soffrono tramite il nuovo fondo per il sostegno dei rifugiati cristiani. Fa appello ancora una volta al vostro ordine per una preghiera costante, nelle famiglie, nelle parrocchie e nei concili locali, per questi fratelli e sorelle colpiti da violenza fanatica e intolleranza, e per un generale riconoscimento di questi diritti umani fondamentali che non vengono garantiti dallo Stato, ma dalla mano del Creatore, che tutti i credenti invocano come Dio della pace. Infine, il Santo Padre mi ha chiesto di esprimervi il suo apprezzamento per l’eccellente attività caritatevole, educativa e spirituale con la quale i Cavalieri di Colombo contribuiscono alla missione della Chiesa, e il suo ministero di successore di Pietro, denso di sollecitudine per tutte le Chiese». Anche il presidente Usa Barack Obama e il premier canadese Stephan Harper hanno inviato i loro saluti alla convention.

L’incontro è stato aperto ieri con una messa celebrata da mons. Charles Chaput, arcivescovo di Philadelphia, che, in riferimento all’incontro mondiale delle famiglie che sarà concluso a fine settembre dal Papa in persona, ha definito la convention dei Cavalieri di Colombo «il primo capitolo» di quell’incontro. Hanno concelebrato 11 cardinali, 98 vescovi e cento preti di Stati Uniti, Canada, Messico, Filippine, Polonia, Ucarina, Francia e i Caraibi. (Vatican Insider)

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