cultura

Santo Sepolcro e Natività, restauri con un tocco italiano

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

In un clima di cooperazione fra la Chiesa greco-ortodossa, quella cattolica latina e la armena (cosa che induce ad ottimismo fra i rispettivi fedeli) importanti restauri sono iniziati adesso nell'Edicola del Santo Sepolcro di Gerusalemme, mentre in parallelo a Betlemme prosegue un intervento altrettanto importante nella Chiesa della Nativita'.

Protagonisti coraggiosi di queste imprese sono due esperti molto consapevoli di avere gli occhi del mondo cristiano puntati sul loro impegno e sulle loro capacita': non solo scientifiche, ma anche diplomatiche ed organizzative, svolte in edifici che continuano infatti a funzionare quotidianamente come luogo di preghiera in zone talvolta conflittuali. Al Santo Sepolcro dirige i lavori la professoressa Antonia Moropoulou (64) dell'Universita' tecnica nazionale di Atene. A Betlemme - gia' dal 2013 e probabilmente per altri due-tre anni - l'intervento e' guidato dall'italiano Giammarco Piacenti (50), coadiuvato da uno staff di decine di specialisti fra cui chimici, miniaturisti, archeologi, architetti, artigiani del legno. L'Edicola che avvolge il Sepolcro vuoto risale a due secoli fa. Col tempo e' stata afflitta da difetti strutturali e nel 1947 il Mandato britannico la sostenne con travi d'acciaio chiudendola in una sorta di 'gabbia'. Ma nei decenni seguenti la situazione e' andata deteriorandosi. ''L'Edicola non era in pericolo, ma lanciava primi segnali'', ha detto Moropoulou all'ANSA. Si trova in un ambiente ''aggressivo'' per l'umidita' prodotta dai milioni di visitatori e per le candele che causano pressioni termiche sul marmo. I fumi poi provocano un accumulo di depositi oleosi. ''La gabbia di ferro - ha osservato - ha fatto il suo tempo''.

In questo contesto i responsabili delle Chiese di Terra Santa che custodiscono il Santo Sepolcro (noto anche come Basilica della Resurrezione) hanno concordato un restauro conservativo che terminera' nel marzo 2017 per un costo di 3 milioni di Euro.

L'edicola sara' smontata e poi ricostruita in maniera identica. Le parti rovinate o troppo fragili saranno sostituite. Le lastre di marmo saranno ripulite e la struttura che le sostiene sara' consolidata. Finito il periodo pilota, la Moropoulou aggiornera' il mondo scientifico del procedere dei lavori.

A pochi chilometri di distanza Piacenti tocca con mano i cambiamenti evidenti gia' apportati alla Chiesa della Nativita' - da lui trovata in stato di degrado - e assapora le sfide che lo attendono. Se mantenuto a dovere il tetto, che e' stato totalmente rinnovato, ''potra' resistere altri mille anni''. Lo staff di Piacenti ha inoltre restaurato le capriate lignee e ha restituito la luminosita' originale ai sofisticati mosaici, che da secoli attendevano mani capaci di un lavoro talmente delicato. I suoi maestri artigiani hanno riparato una stupenda porta di legno scolpita da artisti armeni nel 1279. La sua, spiega Piacenti, e' una azienda di carattere familiare che ha mosso i primi passi 150 anni fa nel paesino di Cavarzano, fra Prato e Bologna. Il lavoro ricorda quello di ''una bottega medioevale'' con scambi intensi fra i vari specialisti, tutti abili nell' integrare il sapere empirico con le conoscenze scientifiche piu' avanzate. ''Abbiamo messo insieme il miglior gruppo di restauratori al mondo'', ha detto all'ANSA.

Piacenti e Moropoulou comprendono di essere impegnati a preservare tesori di grande valore per l'Umanita'. La Chiesa della Nativita' - osserva il primo - ''e' un pilastro nella storia della Chiesa e nella storia dell'Europa''. Impegnata da giovane nella lotta contro la dittatura dei colonnelli, Moropoulou vede nel suo lavoro anche ''la difesa del valore della Resurrezione: un messaggio dunque di speranza''. Reso possibile dalla cooperazione maturata in questa circostanza fra le tre Chiese che custodiscono quei Luoghi sacri.

Sulle foto del restauro della Basilica della Natività a Betlemme il copyright è di Piacenti Spa www.piacenti.org. (Ansa)

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