cultura

Presentazione Calice Guccio di Mannaia. Gambetti: noi custodi di un'arte da valorizzare e salvaguardare

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Assisi scrigno di un importante pezzo della storia italiana. E' stato presentato oggi pomeriggio, venerdì 2 ottobre, nella sala stampa del Sacro Convento, il Calice realizzato da Guccio di Mannaia per Papa Niccolò IV (1288-1292).  Un'opera alta 35 centimetri dal peso di pochi etti che racchiude un valore storico inestimabile.

Profondo e commosso il ringraziamento del Custode del Sacro convento di Assisi, Padre Mauro Gambetti: "A me spetta di dire grazie. Un grazie che abbraccia la storia di tutto il rapporto che va avanti con la Santa Sede, il professor Paolucci, con i Musei Vaticani e che arriva fino al momento in cui questo calice è stato commissionato  da Niccolò IV. Una gratitudine profonda, perché ci troviamo eredi di un patrimonio inestimabile del quale siamo custodi e che cerchiamo di salvaguardare e valorizzare e il senso di questo pomeriggio è anche questo, cercare di rendere fruibile e comprensibile qualcosa che non è immediatamente leggibile. Un grazie davvero sentito e cosciente per quello che stiamo vivendo".

"Il calice di Guccio di Mannaia, firmato, datato e dedicato al Papa francescano Niccolò IV - ha detto il professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani -, è importante nella storia dell'arte, quanto sono importanti i murali di Giotto che sono nella basilica.  Perché Guccio di Mannaia, con la consapevolezza di fare il capolavoro della sua vita, insieme a Giotto, a Simone Martini e agli altri segna quel momento straordinario nella storia dell'arte italiana, in cui il greco diventa latino e nasce la lingua figurativa del nostro Paese". 

Un'importanza riconosciuta anche da Luisa Montevecchi, segretario regionale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo per l’Umbria che ha commentato: "Non posso che esprimere grande felicità nell'essere qui in un giorno molto significativo, in cui un'opera custodita qui tanti secoli, acquista un valore nuovo proprio in seguito a un restauro. Il Ministero come le Soprintendenze, sono sempre molto attente. Un restauro condotto sapientemente preserva l'opera e ne accresce la sua fruizione in termini di conoscenza".

Tra i presenti anche la professoressa Elisabetta Cioni, dell’Università degli Studi di Siena, con una relazione sul tema “Guccio di Mannaia e l’oreficeria senese del XIII secolo”.

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