cronaca

VENT'ANNI DAL TERREMOTO: SAN FRANCESCO E' RINASCITA

Redazione Andrea Cova
Pubblicato il 25-09-2017

ALLE 11.42 DEL 26 SETTEMBRE I CROLLI IN BASILICA. 4 I MORTI. L'ESEMPIO DI RINASCITA DEL CANTIERE DELL'UTOPIA

E’ il ventesimo anniversario del terremoto del 26 settembre 1997. 


Sotto le macerie della Basilica superiore di San Francesco, sotto le splendide volte, affrescate 8 secoli fa da Giotto e Cimabue e crollate in un polverone terrificante, rimasero uccisi in quattro: Padre Angelo Api, il postulante polacco Zdzislaw Borowiec, un giovane di 22 anni che si avviava a diventare frate, e due tecnici della Soprintendenza, Bruno Brunacci e Claudio Bugiantella. 


Fecero il giro del mondo le immagini del crollo delle 11.42 del mattino, riprese da Paolo Antolini, cameraman della televisione locale Umbria Tv: Antolini si trovava dentro la Basilica con una ventina di persone tra frati, giornalisti e i tecnici della Soprintendenza che stavano svolgendo un sopralluogo. Tra di loro c'era pure Padre Enzo Fortunato, allora ventisettenne. Ecco la sua drammatica testimonianza ai microfoni del TG2

Per fortuna, in quel momento, dopo la scossa della notte precedente, la Basilica era stata chiusa al pubblico.  


Assisi divenne il cuore ferito di un'Italia in ginocchio, che seppe però rialzarsi in fretta. 


Divenne celebre la ricostruzione-lampo della Basilica, avvenuta in meno di tre anni grazie agli interventi "alla James Bond" del commissario straordinario alla ricostruzione, Antonio Paolucci, al quale furono dati poteri straordinari. Il cantiere di Assisi venne ribattezzato "il Cantiere dell'utopia ". 


Un sogno che divenne realtà in poco più di due anni: la Chiesa fu infatti riaperta il 28 novembre del 1999, alla presenza del Presidente della Repubblica di allora, Carlo Azeglio Ciampi, e del Segretario di Stato della Santa Sede, Cardinale Angelo Sodano. 


Le cicatrici di quei crolli furono suturate dalla squadra di Sergio Fusetti, capo restauratore della Basilica: un team composto da decine di restauratori che riposizionarono decine di migliaia di tasselli, utilizzando tecniche innovative a cui si ispirò tutto il mondo. Andati in polvere, confusi tra i mattoni medievali, migliaia di frammenti di Giotto e Cimabue vennero pazientemente incollati. Ne restano circa 80mila da ricollocare , conservati in un caveau.  


Grazie a quel coraggio la Basilica di San Francesco tornò a essere il punto di riferimento per le centinaia di migliaia di pellegrini che ogni anno visitano Assisi. Il cuore ferito era guarito in tempi record. Dopo l’angoscia e il dolore, era arrivato il momento della fiducia e della speranza. 



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