cronaca

Siria, jihadisti rapiscono padre Murad

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Sono passati meno di due anni dal rapimento di padre Paolo Dall’Oglio, sequestrato a Raqqa il 29 luglio 2013, e l’orrore colpisce ancora la comunità monastica del Deir Mar Musa monastero a circa 80 chilometri a nord di Damasco.  Ieri il monaco padre Jacques Mourad è stato rapito a Qaryatayn – piccola città della Siria centrale ad un centinaio di chilometri da Palmira – dove da dodici anni guidava la parrocchia siro-cattolica locale e viveva nel monastero Mar Elias. L’ultimo contatto di padre Mourad con il Deir Mar Musa risale a ieri a mezzogiorno.



«Ancora non abbiamo novità, sappiamo soltanto che è stato prelevato da quattro uomini, sicuramente appartenenti ad un gruppo jihadista», afferma ad Aiuto alla Chiesa che Soffre padre Nawras Sammour, direttore del servizio dei gesuiti per i rifugiati in Medio Oriente. Il monaco si trovava assieme ad un suo collaboratore quando due moto si sono accostate alla sua auto. I sequestratori si sono impadroniti dei veicolo, portando con loro il gesuita.



Al telefono con ACS da Damasco, il gesuita ricorda l’ultimo incontro con padre Jacques, circa due mesi fa. «Era estremamente preoccupato per la presenza dei fondamentalisti a Qaryatayn». Nonostante avvertisse l’imminente pericolo, il monaco non ha voluto abbandonare i suoi fedeli ed i tantissimi rifugiati, che sosteneva ed accoglieva nel suo monastero. In passato aveva perfino negoziato con il fronte al Nusra la liberazione di alcuni ostaggi. «Quando gli ho chiesto se intendeva andarsene – continua padre Sammour – mi ha risposto che lo avrebbe fatto soltanto se costretto, altrimenti sarebbe rimasto con il suo popolo».



Negli ultimi giorni padre Jacques aveva accolto anche numerosi sfollati giunti da Palmira, la città oggi in mano allo Stato Islamico. «Ha sempre aiutato i siriani ed accolto numerosissimi musulmani nel monastero di Sant’Elia». Il sequestro del monaco è interpretato da molti come un segno della volontà di Isis di conquistare la città di Homs. Un timore espresso dallo stesso padre Jacques, pochi giorni prima di essere rapito.



Accanto ai rapimenti di padre Dall’Oglio e dei due vescovi di Aleppo, Yohanna Ibrahim e Bulos Yazigi, padre Sammour ricorda le uccisioni di padre François Mourad, assassinato a Ghassanieh il 23 giugno 2013, e di padre Frans Van Der Lugt, freddato ad Homs il 7 aprile dello scorso anno. «Noi sacerdoti siamo consapevoli dei rischi che corriamo, ma non possiamo far altro che rimanere accanto ai siriani, sia cristiani che musulmani. In molti casi siamo il loro unico punto di riferimento». (Aiuto alla Chiesa che soffre)

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