cronaca

Siria, il governo: Vanessa e Greta non sono in mano all'Is

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Non risulta al momento che Vanessa Marzullo e Greta Ramelli, le due volontarie rapite in Siria alla fine di luglio, siano in mano ai jihadisti dell'Isis. Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri, Mario Giro, che ha ribadito l'invito a "mantenere il massimo riserbo" sulla vicenda.  Ieri a diffondere la notizia che le due ragazze fossero detenute dai miliziani dello Stato Islamico era stato il guotidiano inglese Guardian. "A quello che risulta le indiscrezioni del Guardian non sembrano veritiere", ha aggiunto Giro a Rainews24. Il governo italiano farà "tutto il possibile perché siano liberate come speriamo sia fatto presto", conclude.



"Sono tranquillo, credo che a breve rivedremo Vanessa e Greta", aveva commentato sempre ieri Salvatore Marzullo, il papà di Vanessa: "Tranquillo e ottimista, anche se l'angoscia cresce". Le due volontarie, 21 e 20 anni, sono scomparse da Aleppo dove si trovavano per il Progetto Horryaty - da loro fondato - alla fine di luglio, ma la notizia è stata resa pubblica sei giorni dopo. 


Jhadista inglese celebra esecuzione.
Ha osannato la decapitazione del reporter americano James Foley, augurandosi di diventare la prima donna a giustiziare un ostaggio occidentale. E' il messaggio postato su Twitter da una ragazza inglese, Khadijah Dare, convertita all'Islam. La 22enne, madre di un bambino di 4 anni, si sarebbe trasferita in Siria nel 2012 per raggiungere il marito Abu Bakr, un miliziano dello Stato Islamico con cittadinanza svedese di origine turca. La notizia è stata riportata dal Telegraph, che ha ricostruito il mosaico di tracce lasciate dalla donna sui social network.

Sul suo account Twitter, dove si firma col nome di Muhajirah fi Sham, che significa "immigrata in Siria", la donna ha postato un messaggio nel quale loda l'esecuzione del giornalista, dice che il Regno Unito deve scuotersi e spera di essere la prima donna a uccidere un occidentale. "Any links 4 da execution of da journalist plz. Allahu akbar. Uk must b shaking up ha ha. I wna b da 1st uk woman 2 kill a uk or us terorrist!".



Napolitano scrive a Obama. Sull'esecuzione del reporter interviene anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha fatto pervenire un messaggio a Barack Obama. "Ho appreso con vero orrore la notizia del barbaro assassinio del giornalista Foley - scrive il capo dello Stato al presidente americano - . Desidero esprimere  la più ferma condanna nei confronti di un atto agghiacciante ed esecrabile, che richiama un tenebroso e lontano passato calpestando il supremo valore della vita umana".



I morti in Siria. Le vittime del conflitto siriano sono ormai più di 191.000 dal marzo 2011, di cui circa 8mila minori. Lo rivela un ultimo bilancio dell'Onu, che sottolinea come solo in quest'ultimo anno il numero delle vittime sia raddoppiato (erano 93.000 un anno fa).  Nel diffondere questo bilancio, l'Alto Commissariato Onu per i Diritti Umani punta il dito contro la "paralisi internazionale" che incoraggia gli "assassini".

"Gli assassini, i massacratori e i torturatori in Siria e in Iraq sono stati incoraggiati e spronati dalla paralisi internazionale", ha denunciato Navi Pillay, che ha denunciato "scandaloso il fatto che, nonostante le enormi sofferenze, la situazione drammatica dei feriti, degli sfollati, dei detenuti, di intere famiglie sterminate o scomparse, nessuno presti più attenzione" alla Siria. "E' essenziale - si legge nel rapporto - che i governi adottino seri provvedimenti per fermare i combattimenti e scoraggiare i crimini, e che soprattutto smettano di alimentare questa monumentale, e del tutto evitabile, catastrofe umana attraverso la fornitura di armi e altre forniture militari".

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