cronaca

Pizzaballa: Non si perda la speranza della pace

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

I popoli del Medio Oriente non si lascino rubare la speranza della pace. Riecheggia papa Francesco il custode di Terrasanta, padre Pierbattista Pizzaballa, che sottolinea quanto gli appelli di pace del Pontefice siano accolti con gioia non solo dai cristiani ma anche dai musulmani dei Paesi della regione travolti dalla guerra.

«Soprattutto le persone che lavorano nel territorio, che ancora credono e sono convinte, per esperienza, che si vive insieme e che si deve vivere insieme - dice alla Radio Vaticana - non perdano la speranza nella preghiera comune, di trovare la forza per continuare, nonostante tutto, a stare insieme e a dare testimonianza di comune umanità».

Di fronte ai conflitti che insanguinano l'intera area, «quello che sentiamo - noi siamo in contatto quasi ogni giorno un po' con tutto il territorio - è tanta paura, tanta desolazione da parte della gente, ma anche un po' di rabbia per tutto quello che sta accadendo: è una guerra che passa sopra le teste della gente, come sempre...», osserva Pizzaballa.

Per il padre custode, «molto spesso, quando si parla di Medio Oriente, si usa la religione in maniera strumentale; in realtà, sono lotte di potere tra fazioni, tra Paesi - Paesi stranieri, naturalmente - che vogliono avere il controllo delle vie di trasporto o semplicemente per avere più potere. Non sono né l'islam né il cristianesimo che stanno alimentando queste guerre atroci».

Secondo Pizzaballa, inoltre, «tutto il mondo musulmano - che comunque è un mondo molto composito - ha accolto in maniera molto positiva l'appello del Papa e anche la figura del Papa, in maniera molto aperta, con grande entusiasmo. E questo è di buon auspicio. Bisogna lavorare su quell'ambito, cioè dell'incontro con la realtà del territorio, con le persone semplici cercando di evitare ogni forma di strumentalizzazione».

Il custode francescano di Terra Santa, quindi, fa appello al proseguimento della convivenza tra fedi e culture diverse. «Abbiamo visto chiese distrutte anche in Egitto, oltre che in Siria; situazioni oggettivamente problematiche e difficili ma non dobbiamo fermarci a questo - afferma -. Sono molti di più gli esempi di collaborazione e di aiuto e di convivenza storica, tradizionale tra le due comunità, che deve continuare e deve prevalere».(Vatican Insider)

Cari amici la rivista San Francesco e il sito sanfrancesco.org sono da sempre il megafono dei messaggi di Francesco, la voce della grande famiglia francescana di cui fate parte.

Solo grazie al vostro sostegno e alla vostra vicinanza riusciremo ad essere il vostro punto di riferimento. Un piccolo gesto che per noi vale tanto, basta anche 1 solo euro. DONA