cronaca

Nuove droghe, i ragazzi sono cavie inconsapevoli

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Pasticche, polveri, liquidi: gli stupefacenti sintetici sono quasi sempre un mix di sostanze

Dimenticate Trainspotting, il film di Danny Boyle degli anni ‘90 sui “tossici” vecchia maniera. Tutto è cambiato, nel mondo dello «sballo». Eroina e cocaina esistono ancora e sono perfino più pericolose di 20 o 30 anni fa. Ma oggi fanno la parte del leone le nuove sostanze psicoattive, pasticche per rimanere su di giri durante la notte che si comprano per pochi spiccioli ovunque, nel mondo reale e sul web. Il drogato non è più l’emarginato che si riconosce da lontano, ma il ragazzo insospettabile che pensa di avere una marcia in più con qualche milligrammo di chimica in corpo. A leggere gli ultimi dati dell’ESPAD (European School Survey Project on Alcohol and Other Drugs), raccolti per l’Italia dall’Istituto di fisiologia clinica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Pisa, c’è da aver paura: fra i 15 e i 19 anni sta crescendo il numero di chi consuma abitualmente allucinogeni e stimolanti e soprattutto quello di chi assume sostanze psicoattive senza sapere che cosa siano.



54mila ragazzi si drogano alla cieca

Circa 54 mila ragazzi, stando alle stime, si fanno «alla cieca»: per uno su quattro prendere una pasticca o bere un liquido di cui si ignora il contenuto è la prassi e non consola che in oltre la metà dei casi si tratti di un miscuglio di erbe ignote, visto che non pochi prodotti “naturali” fanno male. «È difficile fare l’identikit di questi ragazzi — ammette Sabrina Molinaro, dell’Ifc-CNR, responsabile dello studio —. Non hanno voti più bassi, non arrivano da uno specifico ceto sociale, non fanno più assenze a scuola: sono più spesso maschi vicini alla maggiore età, in media hanno meno interessi rispetto agli altri, ma non c’è nulla che possa aiutare davvero a intercettarli. Tanti mixano la pillola nuova di cui non si sa nulla con altre sostanze: il poli-abuso è sempre più comune, in sostanza molti prendono quel che trovano».

Gli effetti devastanti delle droghe

Mandar giù una droga qualsiasi è un segnale inquietante: significa non preoccuparsi più neppure dell’effetto, ma cercare emozioni a prescindere da qualsiasi considerazione. «Non c’è più alcuno stigma nel drogarsi: non viene percepito come un problema, anzi lo “sfigato” è chi rifiuta la pasticca — sottolinea Carlo Locatelli, responsabile Centro Antiveleni – CNIT (Centro Nazionale di Informazione Tossicologica) della Fondazione Maugeri di Pavia —. Purtroppo il fenomeno è fuori controllo: esistono circa 470 nuove sostanze psicoattive, in continuo aumento e per tutti i gusti. Il nome peraltro inganna: queste droghe agiscono sul sistema nervoso, ma sono tossiche anche per altri organi. I cannabinoidi sintetici, ad esempio, hanno effetti più simili alla cocaina e aumentano molto il rischio di eventi cardiovascolari». Crisi ipertensive, tachicardia e veri e propri infarti hanno portato perfino a decessi e non mancano conseguenze negative sui reni, sul fegato e sull’apparato gastrointestinale.

L’azione sul sistema nervoso può essere devastante, come spiega Gaetano Di Chiara, farmacologo dell’Università di Cagliari: «Le nuove sostanze di sintesi sono molto potenti, costano poco e vengono assunte a dosaggi incontrollati. Gli effetti sono perciò in parte imprevedibili, di certo rovinosi: si va dai sintomi simil-eroina con arresto respiratorio di alcuni derivati di narcotici analgesici, all’estrema aggressività dopo l’uso di analoghi delle vecchie amfetamine, ma molto più forti. I rischi maggiori si hanno con sostanze psicostimolanti come i cannabinoidi sintetici, che provocano disturbi dell’umore, depressione, mania e sono associati a un’alta probabilità di sindrome schizoide: in pratica, si resta allucinati per giorni e compare una psicosi da cui non si torna più indietro. Senza contare che molte di queste sostanze possono provocare dipendenza». «Soprattutto nei ragazzi giovani, in cui il cervello è ancora in fase di sviluppo, le droghe psicoattive possono alterare i circuiti cerebrali — dice Claudio Mencacci, direttore del Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale del Fatebenefratelli-Oftalmico di Milano —. Questo favorisce l’esordio di disturbi mentali, portando a galla una predisposizione o provocandoli di per sé. E non dimentichiamo i rischi connessi alla perdita del senso del pericolo mentre si è sotto l’effetto delle droghe, che porta a una maggior probabilità di incidenti di ogni tipo».

Cosa fare con i figli che abusano di sostanze

Come accorgersi se un figlio sta abusando di queste sostanze? «Non facendo gli investigatori, un atteggiamento che toglie fiducia ai ragazzi e non è mai d’aiuto — osserva Simona Pichini, ricercatrice dell’Osservatorio Fumo, Alcol e Droga (OSSFAD) dell’Istituto Superiore di Sanità —. Bisogna fare attenzione ai campanelli d’allarme: cambiamenti di peso o delle abitudini sonno/veglia, occhi arrossati, perdita di interessi e motivazione sono alcuni segnali. Come reagire? No all’aggressività e ai conflitti, vanno proposti messaggi positivi per far capire che non bisogna essere dominati da nessuna sostanza: dalle droghe, ma neppure dal tabacco, dall’alcol, dai farmaci o dal cibo. Se in famiglia c’è equilibrio un eventuale “passo falso” durante l’adolescenza, spesso può essere recuperato crescendo». (Corriere)

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