cronaca

Irpinia, 34 anni dopo il sisma che segnò la storia

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Sono passati 34 anni dal terremoto del 1980 che ha segnato profondamente la storia dell'Irpinia e del nostro Paese. Una vicenda fatta di pagine di sofferenze, di promesse mancate, ma anche di speranza e tanta solidarietà.

Trentaquattro anni dopo. Quasi 3mila vittime, 9mila feriti e oltre 300mila sfollati, 300 Comuni tra Campania, Puglia e Lucania sbriciolati, oltre 150mila gli edifici da ricostruire totalmente. Avellino, Salerno e Potenza: terre ed entroterra di contadini e pastori e borghi e luoghi remoti di un’Italia umile, prima svuotati dall’immigrazione e poi sventrati dalla spallata sismica di quella maledetta domenica. Conza della Campania, la Spoon River del sisma del 1980, fu l’epicentro della scossa fatale, 90 secondi a ridosso delle 19 e 34 di quella domenica sera. Era di luna piena, raccontano oggi i cronisti di allora. Decimo grado della scala Mercalli, magnitudo 6,9 della Richter. Un'Apocalisse.

Un pozzo senza fine. Quel dramma suscitò l'attenzione e la solidarietà dei Paesi di tutto il mondo, dagli Stati Uniti alle nazione del Magreb. Sui territori colpiti dal sisma si riversò un fiume immenso di denaro, che a valori attualizzati ai giorni nostri viene quantificato in 29 miliardi di euro. Di tutto questo danaro è stato fatto un uso non certo immune da sprechi, accuse e sospetti.

Un dossier preparato dall’Ufficio studi della Camera dei Deputati e consegnato al Ministero delle Infrastrutture nel 2011 ha passato ai raggi X tutti i fondi messi a disposizione per il post sisma. Dai primi interventi di emergenza (decreto 776 del 1980), è stato un crescendo di risorse che trovano la base nella legge 219 del 18 maggio 1981 con la quale sono stati stanziati 25,8 miliardi di euro suddivisi fra 3 Regioni, 6 milioni di abitanti e 689 Comuni (544 in Campania, 131 in Basilicata, 14 in Puglia) e un totale di 362 mila abitazioni.

Altri 3,2 miliardi sono stati erogati con la legge n. 32 del ’92. Così si arriva ai 29 miliardi, di cui 9,3 per esigenze abitative. Fra mini-norme, rifinanziamenti e proroghe saranno 33 gli interventi legislativi previsti per il terremoto.

Eppure.

Eppure alcune terre, alcuni Comuni della martoriata Irpinia portano ancora i segni di quella immane tragedia. Cicatrici così visibili e profonde da far impallidire chiunque.

Ma non esiste risarcimento per certe sofferenze e per certe lacerazioni. Oggi abbiamo il dovere di cancellare il diaframma tra passato e presente costruendo il muro della memoria reale e virtuale conservando ricordi, notizie e storie che ci vi vengono trasmesse da chi ha vissuto in prima persona la tragica esperienza del terremoto.

Oggi, degnamente si ricordano i caduti di quel tragico giorno con la celebrazione della Giornata della Memoria come momento di riflessione comune attraverso il racconto e la testimonianza di quanti quel momento l'hanno vissuto e non dimenticato, preferendo conservare la memoria storica del terremoto del 1980.

Oggi è 23 novembre, è il giorno del ricordo, per una terra prima distrutta dal terremoto e poi dilaniata per decenni dalle classi politiche regionali e quelle centrali.

Le parole dei "superstiti" sono così intrise di dolore per le sofferenze patite, ma anche cariche di umanità e scavano dentro noi ricordi, ci trasferiscono anche i propositi della ripresa contro le avversità.

Oggi, a distanza di 34 anni dal terremoto, “sentiamo” ancora il bisogno di conoscere e di celebrare per responsabilizzare le future generazioni tramandando loro la storia della nostra Irpinia. Irpinianews

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