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Chiesa apre a gay, divorziati e matrimoni civili. Voi cosa ne pensate? TESTO INTEGRALE

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La Chiesa si prepara ad affrontare il dibattito decisivo sui temi della famiglia. E un ulteriore spiraglio sembra delinearsi sulla questione della comunione ai divorziati risposati, uno degli aspetti più delicati nella discussione avvenuta nell'ottobre s

La Chiesa si prepara ad affrontare il dibattito decisivo sui temi della famiglia. E un ulteriore spiraglio sembra delinearsi sulla questione della comunione ai divorziati risposati, uno degli aspetti più delicati nella discussione avvenuta nell'ottobre scorso, al Sinodo straordinario che papa Francesco aveva indetto per preparare l'assemblea ordinaria che si terrà invece dal 4 al 25 ottobre 2015 in Vaticano.

 

Dopo otto mesi di confronto è stato presentato oggi l'"Instrumentum Laboris", il testo che guiderà i lavori sinodali. Il documento parte proprio dalla relazione finale messa ai voti paragrafo per paragrafo il 18 ottobre 2014. E sul punto 52, quello approvato con una maggioranza risicata del 56 per cento, si afferma ora che, in base alle consultazioni e agli studi effettuati, per il caso dei divorziati risposati che vivono una "convivenza irreversibile", ma chiedono di ricevere la comunione, "c'è un comune accordo sull'ipotesi di un itinerario di riconciliazione o via penitenziale, sotto l'autorità del vescovo".

 

La strada, in realtà non è ancora aperta. Il documento chiarisce che deve essere definito il percorso da proporre. E, soprattutto, si deve tenere in considerazione la posizione del gruppo di padri sinodali che chiedono di tenere presente la disciplina attuale. In questo senso i numeri, alla fine, avranno un peso: nel Sinodo ordinario, perché un'indicazione venga considerata accettata, deve ottenere la maggioranza qualificata dei due terzi.

 

Già l'anno scorso si era registrato uno strappo sulle unioni omosessuali, dopo che la relazione intermedia, pur sottolineando che "non possono essere equiparate al matrimonio tra uomo e donna", e "senza negare le problematiche morali", aveva preso atto che "vi sono casi in cui il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un appoggio prezioso per la vita dei partner". Un passaggio che ha creato contrasti ed era poi scomparso dal testo finale.

 

Nel documento presentato oggi viene ribadito che "ogni persona, indipendentemente dalla propria tendenza sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con sensibilità e delicatezza, sia nella Chiesa che nella società" e si ritiene "auspicabile che i progetti pastorali diocesani riservassero una specifica attenzione all'accompagnamento delle famiglie in cui vivono persone con tendenza omosessuale e di queste stesse persone". Nulla però si afferma al momento riguardo alle coppie gay, in attesa del dibattito di ottobre.

 

Ampio, invece, viene definito il consenso "sull'opportunità di rendere più accessibili ed agili, possibilmente gratuite, le procedure per il riconoscimento dei casi di nullità matrimoniale" e si avanza la proposta che in ogni diocesi "siano garantiti, in maniera gratuita, i servizi di informazione, consulenza e mediazione collegati alla pastorale familiare, specialmente a disposizione di persone separate o di coppie in crisi". Viene inoltre sottolineata la carenza di formazione di molti sacerdoti nella preparazione dei fidanzati e nell'accompagnamento delle famiglie e invocato un maggiore coinvolgimento dei laici, tanto da auspicare che alcune famiglie possano avere un ruolo nell'educazione dei seminaristi.

 

L'"Instrumentum Laboris" - che risente anche dei risultati del secondo questionario, dopo quello preparatorio di un anno fa, diffuso ai fedeli nelle diocesi di tutto il mondo  -  affronta anche le questioni sociali legate alle famiglie: dalla garanzia del lavoro al riconoscimento degli "accresciuti oneri del mantenimento dei figli" o anche "dell'enorme aggravamento dei compiti sussidiari della cura sociale dei malati e degli anziani, di fatto delegati alle famiglie", che "costituiscono un vero e proprio macigno che pesa sulla vita familiare". Un paragrafo è dedicato proprio al ruolo dei nonni, altri all'esigenza di sostenere i vedovi o di assistere i migranti sradicati dal loro contesto familiare. Rispetto alla procreazione, poi, vengono messi in risalto i modelli di adozione e affido, rispetto a quelli "in cui il figlio è voluto talvolta per se stessi e in qualsiasi modo, come fosse un prolungamento dei propri desideri". E in questo senso, si evidenzia anche "la necessità di affermare che l'educazione di un figlio deve basarsi sulla differenza sessuale, così come la procreazione". La Repubblica - Andrea Gualtieri 

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