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Un frate delle periferie. Casarano ricorda fra Michele Ghezzi

Gelsomino Del Guercio Redazione online
Pubblicato il 25-02-2018

"Comunicatore di Dio nelle periferie". Un frate modello anche per Papa Francesco. Il 10 marzo, alle ore 16:30, presso il convento di Santa Maria degli Angeli di Casarano (Lecce) si discuterà di questo particolare aspetto della personalità di Fra' Giuseppe Michele Ghezzi.


All'evento sull'umile frate cappuccino, per cui è in corso la causa di beatificazione, interverranno Monsignor Fernando Filograna, vescovo di Nardo-Gallipoli, fra' Alfonso Polimena, Ministro dei Frati Minori di Lecce, fra' Giancarlo Maria Greco, vice postulatore della Causa dei Santi. Relatore sarà Don Maurizio Giannella, giornalista di Telepace. A promuovere il convegno sono la Vice-Postulazione della Causa dei Santi dei Frati Minori di Lecce e la Famiglia Francescana di Casarano.


L'INTERCESSIONE DELLA MADONNA DI POMPEI


Michele Ghezzi, come si legge su santiebeati.it, nacque a Lecce il 19 agosto 1872, da una famiglia nobile. A sedici anni fu colpito da una grave malattia, da cui fu guarito per intercessione della Madonna di Pompei. Si sentì spinto a vivere la carità verso i più poveri, col fondamentale appoggio, anche di natura economica, di sua madre.


NON FU AMMESSO


Quando entrambi i genitori morirono, Michele, che già era Terziario francescano, chiese di essere ammesso tra i Frati Minori Riformati (uniti, nel 1897, all’Ordine dei Frati Minori). Inizialmente fu respinto, a causa della sua fragile salute e dell’età avanzata secondo i criteri dell’epoca. Il suo vescovo voleva che diventasse sacerdote diocesano, ma lui voleva restare un semplice fratello laico.


IL CONTE DELLA BISACCIA


Alla fine entrò in convento il 2 agosto 1906, poco prima di compiere trentaquattro anni; professò i primi voti religiosi l’8 settembre 1909, col nome di fra Giuseppe. Divenne noto come il “Conte con la bisaccia” per le sue instancabili questue, affrontate tra prove fisiche (gli fu amputato il mignolo di un piede) e consolazioni. Attraversò le due guerre mondiali, offrendo le sue sofferenze per i morti sui campi di battaglia.


VENERABILE DAL 2000


Dal Natale 1954 si aggravò: la gente iniziò a visitarlo, per ricambiare l’amore che aveva avuto per loro. Fra Giuseppe morì quindi il 9 febbraio 1955, nella sua cella del convento di Sant’Antonio a Lecce.


È stato dichiarato Venerabile col decreto promulgato il 18 novembre 2000.
I suoi resti mortali riposano nella chiesa parrocchiale di Sant’Antonio a Fulgenzio, a Lecce.


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