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PERSEGUITATI

Enzo Fortunato
Pubblicato il 14-04-2017

"I martiri sono i più grandi testimoni. E la Chiesa viene annaffiata dal sangue dei martiri. E questa è la bellezza del martirio. Incomincia con la testimonianza, giorno dopo giorno, e può finire come Gesù, il primo martire, il primo testimone, il testimone fedele: con il sangue". Queste sono le parole che Papa Francesco ha usato nel ricordare i Santi Protomartiri della Chiesa romana, crudelmente uccisi alle pendici del Colle Vaticano per ordine di Nerone dopo l'incendio di Roma nel 64.


Ci sono più perseguitati oggi che nei primi secoli, in tutto il mondo è caccia al cristiano: Nigeria, Kenya, Cina, Siria e Iraq per citarne alcuni. Secondo uno studio realizzato dal Pew Research Center (l’organizzazione statunitense specializzata nel monitorare sintomi e zone critiche della situazione religiosa nel mondo) sono almeno 34 i Paesi del mondo in cui il governo ha danneggiato in varie maniere le proprietà di gruppi religiosi.



Ogni giorno i nostri conventi, i nostri fratelli subiscono un attentato, un attacco, una persecuzione fisica e soprattutto psicologica da parte delle autorità locali e dei cittadini del luogo. Come non ricordare il sequestro delle suore del monastero di Santa Tecla a Maaloula in Siria e la conseguente distruzione del villaggio cristiano (circa 3000 abitanti) dai guerriglieri anti Assad. Come non ricordare il convento francescano di Yacoubieh colpito da un missile. Come non ricordare le persecuzioni che stanno subendo i cristiani a Mosul, costretti a fuggire dall'Iraq...un vero e proprio esodo di massa. Come non ricordare la storia di Meriam, fortunatamente conclusasi positivamente... Lo so è difficile dare volto e luce alle tante guerre e alle tante sopraffazioni in atto nel mondo, ma bisogna sensibilizzare e parlarne.


Con il web fortunatamente nulla rimane celato, i social network e in primis gli hashtag ne fanno da padrone dando risalto a quanto accade negli "scantinati"... ma per quanto tempo ancora dovremmo rilanciare e ritwittare hashtag come #meriam #I_am_Iraqi_I_am_Christian ? Quale sarà il prossimo hashtag?



In Medio Oriente c'è grande apprensione per le comunità cristiane che hanno da sempre vissuto con i loro concittadini, offrendo un significativo contributo al bene della società. A Mosul, in particolar modo,  stiamo assistendo ad una immane tragedia: dal 14 luglio, infatti, i miliziani del Califfato hanno iniziato a segnare con la lettera N (Nasrani, seguaci del Nazzareno) le case dei cristiani e con la R (Rafidah, quelli che rifiutano) le abitazioni degli Shabak e dei turcomanni sciiti. Il 17 è stato pubblicato, invece, un decreto che ha offerto tre possibilità ai cristiani: convertirsi, pagare la jizia, una tassa applicata solo ai non musulmani, o andarsene entro mezzogiorno del 19 luglio. L'alternativa per chi non accetta la nuova legge è "la spada", come intima il Califfo Ibrahim. La spada? Le case segnate con le lettere? La fede religiosa non è e non deve essere un obbligo, un'imposizione; la fede è qualcosa che hai dentro e che non puoi cancellare con una minaccia o con la spada. Le fede è amore e devozione, non violenza e persecuzione.

Obama nel 2011 inviò un messaggio a noi frati del Sacro Convento di Assisi dove diceva: "Papa Giovanni Paolo II ci ha ricordato, nell'incontro interreligioso di Assisi del 1986, l'importanza di aprire mente e cuore ai nostri fratelli e sorelle che hanno convinzioni o punti di vista diversi.Attraverso il dialogo interreligioso possiamo unirci in una causa comune per sollevare gli afflitti, portare la pace dove c'è conflitto e trovare la via da seguire per creare un mondo migliore per noi e i nostri figli". Rimane attuale quindi l'"invenzione" del principio di "fraternità" di San Francesco: riscoprirsi fratelli e sorelle perché figli e figlie di un unico Dio.


Antiche e sempre nuove le parole scritte nel II sec. d.c.:  "Amano tutti e da tutti sono perseguitati. Li si condanna e non li si conosce; son uccisi ed è per essi come se si dia loro la vita. Son poveri e fanno ricchi gli altri, son privi di tutto ed hanno a sufficienza d’ogni cosa. Vengono disprezzati e gli spregi si trasformano loro in gloria; s’impreca contro di essi e pur si è costretti a render loro giustizia. Vengono ingiuriati e benedicono, s’insolentisce contro di loro e ricambiano con parole gentili. Mentre fanno del bene son puniti come malfattori, castigati gioiscono come se li si introduca nella vera vita. I Giudei li guerreggiano come eretici e gli Elleni li perseguitano; ma quelli che li odiano, non sono capaci di formulare il motivo del loro odio".


Ma questa sofferenza non è senza senso per la Chiesa: "il sangue dei martiri è seme di nuovi cristiani"; ecco perché quando seppe del martirio di alcuni frati San Francesco affermò: “Ora posso dire con sicurezza di avere cinque Frati minori”.

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