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Sardegna, Harte: "Rinuncio all'acquisto di Budelli"

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

Michael Harte rinuncia a perfezionare l'acquisto dell'isola di Budelli, di cui aveva acquisito la proprietà all'asta poco più di due anni fa. Della perla dell'arcipelago de La Maddalena, il magnate neozelandese avrebbe voluto fare "un museo a cielo aperto", l'isola trasformata in un'attrazione naturalistica aperta ai visitatori. Come un museo, Budelli avrebbe avuto un ingresso, un'area d'accesso, camminamenti, un approdo sicuro per barconi che adesso possono solo osservare la celeberrima spiaggia rosa a distanza, gettando l'ancora e raschiando i fondali "a danno dell'ecosistema", come Harte denunciava il 23 ottobre, il giorno in cui aveva messo piede sulla "sua" isola.

Harte immaginava anche la realizzazione di un centro per la ricerca scientifica frutto della collaborazione di docenti universitari, biologi ed esperti marini e di una partnership tra pubblico e privato, per sfruttare un modello di business, diceva ancora Harte, "che all'estero, dall'Oceania al versante caraibico del Pacifico, sta dando grossi risultati". Il miliardario aveva decisamente negato ogni intento speculativo, come la costruzione di alberghi e resort destinati a ospitare vacanzieri facoltosi e il jet set internazionale. "Per fortuna Budelli è soggetta a vincoli e tutele di ogni tipo" aveva ricordato, dicendosi consapevole dell'intangibilità di un isolotto disabitato su cui è vietato qualsiasi tipo di costruzione e il cui unico fabbricato resta la casetta che ospita il suo guardiano.

In realtà, i suoi progetti avrebbero comportato interventi strutturali incompatibili con quei vincoli e tutele. Forse Harte credeva di poterli aggirare nel momento in cui tutti si fossero convinti della bontà delle sue intenzioni e delle ricadute anche economiche del suo progetto, ma non è andata esattamente in questo modo. Così, dopo aver combattuto e vinto la lunga battaglia legale ingaggiata con l'Ente Parco de La Maddalena per far valere il proprio diritto a dichiararsi proprietario di Budelli, a dicembre Harte si era preso un periodo di riflessione prima di perfezionare l'acquisto, evidentemente condizionato alla possibilità di realizzare o meno i suoi piani. Infine, come riporta La Nuova Sardegna, Harte attraverso il suo legale ha scritto al sindaco de La Maddalena, Luca Montella, per comunicare la rinuncia a Budelli.

 "Purtroppo mister Harte ritiene che non vi siano le condizioni necessarie o sufficienti per realizzare il piano di conservazione e ricerca ambientale da lui auspicato, la cui utilità è stata riconosciuta anche dal Consiglio di Stato", si legge nella lettera al sindaco. In particolare, prosegue il documento, persiste "l'incertezza sulla classificazione dell'isola, attualmente riserva integrale", mentre "il mancato ripristino della tutela parziale conferma la persistente opposizione del Parco all'approccio alla conservazione di mister Harte". Uno  stallo che ha fatto "venire meno la fiducia di mister Harte" nella realizzabilità del suo piano e "non consentono di procedere all'acquisto dell'isola con la necessaria serenità".

 

Budelli era andata all'asta il primo ottobre del 2013 a seguito del fallimento della vecchia proprietà, una società immobiliare milanese. Lo Stato aveva praticamente ignorato il suo diritto di prelazione su quel prezioso pezzo di terra emersa per i limiti di spesa imposti alla pubblica amministrazione dalla legge di Stabilità targata Monti. Budelli era andata all'incanto e il magnate neozelandese se l'era aggiudicata puntando 2 milioni e 940mila euro. Cifra talmente al limite del ridicolo da non poter passare sotto silenzio. Così, l'occasione mancata dallo Stato di riscattare Budelli era diventata una fragorosa notizia, di quelle che accendono davvero il dibattito nella pubblica opinione.

Ed ecco allora l'indignazione dell'Ente Parco de La Maddalena che si era sentito abbandonato, le petizioni online per Budelli pubblica, le contrapposizioni, anche intestine, tra le forze politiche pro o contro l'intervento del privato. Persino il fronte degli ambientalisti si era fratturato tra oppositori di principio alla privatizzazione del patrimonio naturale e quanti avrebbero preferito il piano di intervento del nuovo proprietario alla deludente gestione dell'Ente Parco de La Maddalena. Finito in mezzo all'inaspettato e impopolare polverone, il governo Letta si era deciso allora a tornare sui suoi passi inserendo nella legge di Stabilità per il 2014 una voce ulteriore di spesa: tre milioni per pareggiare l'offerta di Harte e riprendersi Budelli rivendicando nuovamente il suo diritto di prelazione. Il tutto in deroga ai limiti di spesa imposti da Monti.

Ma Harte era pronto a dare battaglia. Prima aveva fatto ricorso al Tribunale amministrativo della Sardegna, che gli aveva dato torto. Poi si era rivolto al Consiglio di Stato, che lo scorso aprile invece aveva ribaltato il verdetto del Tar impugnando un vizio formale: il Parco nazionale Arcipelago della Maddalena non aveva ancora adottato il piano previsto dalla legge quadro sulle aree protette (n.394). In ottobre, il Tribunale di Tempo Pausania aveva quindi dato esecuzione alla sentenza, impegnando il neozelandese a versare i 2,9 milioni di euro entro 60 giorni. Ma Harte, a quel punto, ha detto no.

E c'è già chi lo rimpiange. "Un progetto che è sfumato a causa della diffidenza che il pubblico mantiene verso il privato sui temi di carattere ambientale - dichiara all'Ansa il consigliere regionale dell'Upc, Pierfranco Zanchetta -. Da maddalenino mi auguro però che Budelli venga tutelata e valorizzata, perché ora, nonostante la presenza del Parco, non lo è. La tutela di quell'area è affidata all'improvvisazione di un ambientalismo di maniera, atto a conservare delle posizioni di potere. Questa vicenda ha assunto i toni della farsa per atteggiamenti poco comprensivi tra pubblico e privato, perché non si ha il coraggio di assumere iniziative che possano esser di tutela e valorizzazione".

Non è tenero neanche Luca Montella, sindaco de La Maddalena e destinatario delle "ultime volontà" di Michael Harte sul destino di Budelli. "Purtroppo ci troviamo dinanzi a un percorso nato male e i cui conflitti si sono rilevati un fallimento generale. Abbiamo assistito a un cortocircuito generale. Questi conflitti tra il privato e il Parco non sono stati sicuramente costruttivi e ce ne siamo tenuti lontani, perché l'Ente pubblico non può assumere decisioni sulla base di questioni di principio, ma sulla base delle norme esistenti e deve guidare il privato nei percorsi possibili, senza farlo scappare. Invece in questo caso si è discusso per mesi se a Budelli si potesse o meno edificare: la norma lo vieta, quindi non si può costruire". Sul futuro di Budelli, il primo cittadino mantiene "porte aperte a progetti di riqualificazione, valorizzazione e conservazione. Che non passano sicuramente attraverso l'edificazione, ma attraverso progetti che rispettano le norme vigenti".

Nelle parole di Giuseppe Bonanno, presidente dell'Ente Parco, si percepisce tutta la soddisfazione di chi sente di aver avuto ragione sin dall'inizio della vicenda. "E' evidente a questo punto - sottolinea all'Ansa -  che la manifestazione di interesse di Michael Harte fosse di carattere speculativo. Aveva manifestato da tempo il desiderio di capire le sorti della pianificazione dell'isola. Evidentemente non ha trovato, né in Regione né in Comune, le garanzie che si attendeva per procedere con l'acquisto". Quanto al domani dell'isola, "ora Budelli si trova in un limbo dal quale bisogna uscire subito, codificando le procedure e identificando il suo proprietario definitivo. Attendiamo comunque comunicazioni formali, in primis dal Tribunale, da cui dipende il futuro dell'isola. Bisogna infatti capire quale sia l'orientamento dei giudici. E' certo - conclude e sottolinea Bonanno - che io proseguirò la mia battaglia perché l'isola sia una riserva a tutela integrale, con una fruizione controllata". (La Repubblica)

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