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Papa Francesco: se il mondo scarta le persone, il cristiano le riscatta

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

na vera e propria «lotta» contro quella mentalità che porta l’umanità a considerare la persona come «un oggetto che si usa e si butta via»

Una vera e propria «lotta» contro quella mentalità che porta l’umanità a considerare la persona come «un oggetto che si usa e si butta via». L’ha chiesta Francesco ai giovani riuniti nel simposio sulla tratta delle persone svoltosi dal 15 al 16 novembre. Domenica pomeriggio il Papa si è recato di persona nella sede dei lavori, la Casina Pio IV in Vaticano, dove è stato accolto dal vescovo Sánchez Sorondo, cancelliere della Pontificia Accademia delle scienze. «Siamo certamente in un’epoca — ha detto il Pontefice nel suo saluto — in cui la persona umana è usata come oggetto e finisce con l’essere materiale di scarto». Ma, ha avvertito, «agli occhi di Dio non c’è materiale di scarto, c’è solo dignità».

Quindi il Papa ha fatto riferimento all’impegno e al lavoro che i giovani e le associazioni di volontariato compiono per riscattare le persone vittime della tratta, aiutandole a ritrovare la dignità. Ringraziando per questa opera, Francesco ha ricordato un umorista argentino, Luis Landriscina, che descriveva in modo originale ed efficace la differenza tra collaborare e impegnarsi. «La mucca — ha spiegato riprendendo le sue parole — quando ci dà il latte collabora per la nostra alimentazione, ci dà il latte e si fa il formaggio, e allora prepariamo un panino». Però, ha fatto notare, «un panino di formaggio è un po’ senza sapore, e allora dobbiamo metterci del prosciutto». Per ottenere il prosciutto dobbiamo allora ricorrere al maiale, che «non collabora, ma si impegna, dà la vita e ci dà il prosciutto».

Questo fa comprendere quanto sia importante impegnarsi, perché è come «dare la vita, è giocarsi la vita». E la vita — ha aggiunto — «ha senso solo se uno è disposto a giocarsela, a farla scorrere per il bene degli altri». Ecco perché si è detto contento di «vedere tanti giovani che abbiano questa voglia di impegnarsi». E ha concluso: «Ricordatevi del panino di prosciutto e formaggio. Collaborare sì, ma impegnandosi». Infatti, questa lotta «per recuperare la dignità delle persone richiede impegno».

I giovani, al termine del simposio, hanno stilato una dichiarazione contro la prostituzione e la tratta di persone. «Solidarizziamo — hanno scritto fra l’altro — con quelle persone che sono state e sono vittime, e da qui lanciamo un messaggio al mondo, chiamando tutti i giovani a rompere i paradigmi culturali che condannano le persone a ogni tipo di sfruttamento». Riconoscendo gli sforzi e le attività che molti giovani portano avanti nei rispettivi Paesi, il simposio ha voluto essere, si legge ancora nella dichiarazione, come «un faro che illuminerà il nostro cammino, rinnovando la nostra speranza e riaffermando l’impegno a dare più forza ai cittadini che si trovano in situazione di vulnerabilità, ad ascoltarli e ad aiutarli, evitando che cadano prigionieri di una rete di prostituzione e di tratta di persone».

I giovani hanno fatto appello agli Stati richiamandoli alle loro responsabilità. In particolare hanno ricordato che le istituzioni statali devono «implementare programmi di formazione con funzionari pubblici delle differenti aree e sensibilizzare il personale che lavora in istituzioni giudiziarie e nelle forze dell’ordine». Ma è stato anche chiesto agli organismi statali di «proteggere i diritti umani e offrire l’assistenza necessaria alle vittime della prostituzione e della tratta di persone». A questo proposito è fondamentale che essi «assegnino in modo concreto ed effettivo risorse economiche per la prevenzione e la lotta contro la prostituzione e la tratta di persone».

È stata anche individuata la necessità di creare un osservatorio di allerta per evidenziare come gli eccessi di violenza e la mercificazione delle donne passi come normale in molti mezzi di comunicazione. Primaria importanza è stata anche attribuita all’educazione, quale «strumento di trasformazione culturale e sociale». A questo proposito è stata richiesta la promozione «di campagne di formazione per i docenti», perché possano offrire conoscenze adeguate ai giovani sulla sessualità. L’obiettivo fondamentale di questa opera educativa è soprattutto quello di «ottenere che gli uomini non comprino sesso». Per questo, è di vitale importanza che la società sia consapevole del fenomeno dello sfruttamento sessuale, attraverso «strategie adeguate per sensibilizzare e ottenere che la cittadinanza si impegni e partecipi alla lotta contro questo flagello, lasciando da parte l’indifferenza». In proposito i giovani affermano che «è indispensabile la penalizzazione del cliente», pur ribadendo la necessità di non condannare le vittime ma «la catena di sfruttamento» della prostituzione e della tratta di persone. Vatican Insider

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