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Papa Francesco: più ponti e meno muri

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

«Si diffonda sempre più una cultura dell'incontro, capace di far cadere tutti i muri che ancora dividono il mondo, e non accada più che persone innocenti siano perseguitate e perfino uccise a causa del loro credo e della loro religione». È la preghiera che papa Francesco ha espresso all’Angelus in piazza San Pietro ricordando che oggi ricorre il venticinquesimo anniversario della caduta del muro di Berlino. «Dove c'è un muro c'è chiusura di cuore: servono ponti, non muri», ha aggiunto il Papa “a braccio”. Il Pontefice ha ricordato che «25 anni fa, il 9 novembre 1989, cadeva il simbolo della divisione ideologica dell'Europa e del mondo intero». «La caduta avvenne all'improvviso – ha detto - ma fu resa possibile dal lungo e faticoso impegno di tante persone che per questo hanno lottato, pregato e sofferto, alcuni fino al sacrificio della vita. Tra questi, un ruolo di protagonista ha avuto il santo papa Giovanni Paolo II».



Prima dell’Angelus Francesco ha messo in evidenza che «oggi la liturgia ricorda la Dedicazione della Basilica Lateranense, cattedrale di Roma, che la tradizione definisce “madre di tutte le chiese dell’Urbe e dell’Orbe”. Con il termine “madre” ci si riferisce non tanto all’edificio sacro della Basilica, quanto all’opera dello Spirito Santo che in questo edificio si manifesta, fruttificando mediante il ministero del Vescovo di Roma, in tutte le comunità che permangono nell’unità con la Chiesa cui egli presiede». Questa unità «presenta il carattere di una famiglia universale, e come nella famiglia c’è la madre, così anche la venerata cattedrale del Laterano fa da “madre” alle chiese di tutte le comunità del mondo cattolico». Con questa festa, «pertanto, professiamo, nell’unità della fede, il vincolo di comunione che tutte le Chiese locali, sparse sulla terra, hanno con la Chiesa di Roma e con il suo Vescovo, successore di Pietro».



Ogni volta che si celebra la dedicazione di una chiesa, «ci viene richiamata una verità essenziale – ha continuato - il tempio materiale fatto di mattoni è segno della Chiesa viva e operante nella storia, cioè di quel “tempio spirituale”, come dice l’apostolo Pietro, di cui Cristo stesso è “pietra viva, rigettata dagli uomini ma scelta e preziosa davanti a Dio”. In forza del Battesimo, ogni cristiano, come ricorda san Paolo, fa parte dell’“edificio di Dio”. L’edificio spirituale, la Chiesa comunità degli uomini santificati dal sangue di Cristo e dallo Spirito del Signore risorto, chiede a ciascuno di noi di essere coerente con il dono della fede e di compiere un cammino di testimonianza cristiana».

Papa Bergoglio ha anche sottolineato che «non è facile la coerenza tra la fede e la testimonianza», ma «dobbiamo andare avanti in questa direzione». Si deve dire - ha spiegato il Pontefice - che «questo è un cristiano non per quello che dice ma per quello che fa».



La Chiesa, «all’origine della sua vita e della sua missione nel mondo – ha spiegato - non è stata altro che una comunità costituita per confessare la fede in Gesù Cristo Figlio di Dio e Redentore dell’uomo, una fede che opera per mezzo della carità. Anche oggi la Chiesa è chiamata a essere nel mondo la comunità che, radicata in Cristo per mezzo del Battesimo, professa con umiltà e coraggio la fede in Lui, testimoniandola nella carità». E a questo scopo «essenziale devono essere ordinati anche gli elementi istituzionali, le strutture e gli organismi pastorali». «La festa d’oggi ci invita a riflettere sulla comunione di tutte le Chiese – ha esortato - per analogia ci stimola a impegnarci perché l’umanità possa superare le frontiere dell’inimicizia e dell’indifferenza, a costruire ponti di comprensione e di dialogo, per fare del mondo intero una famiglia di popoli riconciliati tra di loro, fraterni e solidali. Di questa nuova umanità la Chiesa stessa è segno e anticipazione, quando vive e diffonde con la sua testimonianza il Vangelo, messaggio di speranza e di riconciliazione per tutti gli uomini».



Al termine dell'Angelus, papa Francesco ha ricordato che oggi in Italia si celebra la «Giornata del Ringraziamento», «che quest'anno ha per tema “Nutrire il pianeta. Energia per la vita”, con riferimento all'ormai prossimo Expo Milano 2015». «Mi unisco ai vescovi - ha affermato - nell'auspicare un impegno rinnovato perché a nessuno manchi il cibo quotidiano, che Dio dona per tutti». «Sono vicino al mondo dell'agricoltura – ha aggiunto - e incoraggio a coltivare la terra in modo sostenibile e solidale». «In tale contesto - ha proseguito - si svolge a Roma la Giornata diocesana per la custodia del creato, un evento che intende promuovere stili di vita basati sul rispetto dell'ambiente, riaffermando l'alleanza tra l'uomo, custode del creato, e il suo Creatore».

«In questa bella giornata – ha concluso - a tutti auguro una buona domenica. Per favore, non dimenticate di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!». (Vatican Insider)

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