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Papa Francesco: periferie, ci sia incontro non scontro

Redazione online
Pubblicato il 30-11--0001

La parabola dei talenti, ma anche gli scontri avvenuti a Roma tra residenti e migranti, e le vittime della strada. Ha spaziato tra questi temi papa Francesco all’Angelus di oggi in piazza San Pietro.

I talenti, ha spiegato il Pontefice, non sono le qualità individuali, ma il patrimonio che il Signore affida agli uomini: la sua Parola, l’Eucaristia, la fede, il Suo perdono, cioè «i suoi beni più preziosi» che le persone sono chiamate a rendere fruttuosi.



Se Dio dona la grazia, questa deve essere ridonata, ma «la paura del rischio blocca la creatività e la fecondità dell'amore», ha detto il Pontefice, sottolineando che «Gesù non ci chiede di conservare la sua grazia in cassaforte, ma vuole che la usiamo a vantaggio degli altri. È come se ci dicesse: “Eccoti la mia misericordia, la mia tenerezza, il mio perdono: prendili e fanne largo uso”. E noi - ha chiesto Papa Bergoglio - che cosa ne abbiamo fatto? Chi abbiamo “contagiato” con la nostra fede? Quante persone abbiamo incoraggiato con la nostra speranza? Quanto amore abbiamo condiviso col nostro prossimo?».



Per Francesco «qualunque ambiente, anche il più lontano e impraticabile, può diventare luogo dove far fruttificare i talenti. Non ci sono situazioni o luoghi preclusi alla presenza e alla testimonianza cristiana».

La parabola dei talenti, contenuta nel Vangelo odierno, «ci sprona a non nascondere la nostra fede e la nostra appartenenza a Cristo, a non seppellire la Parola, ma a farla circolare nella nostra vita, nelle relazioni, nelle situazioni concrete, come forza che mette in crisi, che purifica, che rinnova».



Questo vale anche per il perdono, che il Signore regala specialmente nel Sacramento della Riconciliazione: «Non teniamolo chiuso in noi stessi, ma lasciamo che sprigioni la sua forza, che faccia cadere quei muri che il nostro egoismo ha innalzato, che ci faccia fare il primo passo nei rapporti bloccati, riprendere il dialogo dove non c’è più comunicazione». Dio - ha osservato il Papa - «ci conosce personalmente e ci affida quello che è giusto per noi; ma in tutti ripone la stessa, immensa fiducia. Dio si fida di noi. Dio ha speranza in noi. E questo è lo stesso per tutti. Non deludiamolo! Non lasciamoci ingannare dalla paura, ma ricambiamo fiducia con fiducia!».



Il Papa, ai fedeli in piazza San Pietro ha dato anche un compito: «Sarebbe un bel gesto oggi prendere il Vangelo a casa e leggere». E poi ha anche indicato: «Matteo, capitolo 25, versetto 14», che è quello oggi letto nelle messe e riguardante la parabola dei talenti.

Dopo la preghiera dell’Angelus, Francesco ha ricordato le «tensioni piuttosto forti tra residenti e immigrati» in questi giorni a Roma: «Sono fatti – ha detto - che accadono in diverse città europee, specialmente in quartieri periferici segnati da altri disagi». Il Papa ha invitato le istituzioni, di tutti i livelli, «ad assumere come priorità quella che ormai costituisce un’emergenza sociale e che, se non affrontata al più presto e in modo adeguato, rischia di degenerare sempre di più». «La comunità cristiana si impegna in modo concreto perché non ci sia scontro, ma incontro. Cittadini e immigrati, con i rappresentanti delle istituzioni, possono incontrarsi, anche in una sala della parrocchia, e parlare insieme della situazione. L’importante è non cedere alla tentazione dello scontro, respingere ogni violenza. È possibile dialogare, ascoltarsi, progettare insieme, e in questo modo superare il sospetto e il pregiudizio e costruire una convivenza sempre più sicura, pacifica ed inclusiva».



Infine, il Pontefice ha messo in evidenza che «oggi ricorre la “Giornata mondiale delle vittime della strada”. Ricordiamo nella preghiera quanti hanno perso la vita, auspicando l'impegno costante nella prevenzione degli incidenti stradali, come pure un comportamento prudente e rispettoso delle norme da parte degli automobilisti». (Vatican Insider)

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